Cultura

“Il Volterra” che progettò le chiese romane

L’architetto Francesco Capriani, nel XVI secolo, eseguì numerose opere nella capitale e il soffitto del Duomo volterrano

Medaglia con ritratto Francesco Capriani

Pittori, scultori, alabastrai, cantanti e architetti. Sono numerosi gli artisti volterrani che, dotati di talento e di passione, hanno contribuito alla notorietà della città. Alcuni lo hanno fatto svolgendo la propria attività nel luogo di origine, altri andando a cercare fortuna altrove. Ma, nonostante la lontananza, il legame con la città natia rimase profondo. Ed è questo il caso di Francesco Capriani da Volterra, conosciuto anche come “il Volterra” o “Francesco da Volterra” che si affermò tra i più importanti architetti del XVI secolo.

Nato nella città etrusca nel 1535, si trasferì a Roma dove svolse la sua attività principale, ma la sua vita fu segnata da numerosi spostamenti a Mantova dove lavorò per conto dei Gonzaga. E, proprio, durante questi soggiorni, conobbe Diana Scultori, una manierista, che, nel 1575, diventò sua moglie. La donna, figlia del pittore Giovan Battista, fu una figura di spicco nell'arte dell'incisione e divenne fondamentale nella vita lavorativa del marito.

Il suo percorso professionale lo ricondusse alle sue radici. Nel 1574, infatti, ricevette dal vescovo di Volterra, la committenza del soffitto del Duomo. Negli anni successivi iniziarono i lavori e, il 22 giugno 1579, Capriani indirizzò un’istanza ai magistrati per ottenere la cittadinanza volterrana, dimostrando, così, il suo amore per la terra natale.

Il suo lavoro lo portò nuovamente nella città santa dove morì il 15 febbraio 1594.

Tra le sue opere più importanti realizzate nella futura capitale italiana l’Ospedale di san Giacomo degli Incurabili; i palazzi Firenze, Lancellotti, Cardelli e della compagnia dell'Annunziata; la basilica di Santa Pudenziana e le chiese di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano, di Santa Maria in Via, di San Giacomo in Augusta, di Santa Maria dell'Orto e di San Silvestro in Capite. Eseguì, inoltre, numerose commesse per gli Este e per conto della famiglia Caetani, in particolare lavorò al loro palazzo a Cisterna di Latina.