Cultura

Le pazzie delle donne volterrane

Su un numero del 1943 del "Corazziere" viene riportata una poesia che ironizza sulla spregiudicatezza delle ragazze della città

Foto d'archivio

Amate, venerate e ammirate, le donne da sempre sono protagoniste indiscusse delle poesie d’amore. Dal Cantico dei Cantici ai sonetti di Pablo Neruda, infatti, l’altra metà del cielo è al centro della lirica di tutto il mondo. Ma se è vero che Tanto gentile e tanto onesta pare Beatrice a Dante, non sempre la visione dell’universo femminile suscita gli stessi sentimenti. È quello che accadde a un poeta volterrano, firmato Ar., che, sul numero 14 del 1943 de Il Corazziere, pubblicò i suoi versi dedicati alle sue concittadine.

“Le ragazze di Volterra/d’ogni classe e d’ogni età/son quasi tutte pazze/pizze-pazze da legar!/Ogni sera quando annotta,/e per via di oscuramento/ogni lume pare spento,/le ragazze escono in frotta/ a cercar l’oscurità,/e tenendosi a braccetto/in via Guidi-ove è più stretto-/do re mi la sol mi fa…./nel bujor la cresta tesa/l’una piglia e l’altra è presa./do re mi la sol mi fa!/Il soldato e la maschietta/la scolara e il tenentino/nel fumar la sigaretta…/viene in bocca…un saporino/baci, tocchi e pizzicotti/su coraggio! Giovinotti/do re mi la sol mi fa!.../viva ognor l’oscurità./Le ragazze di Volterra/d’ogni classe e d’ogni età/sono quasi tutte pazze/pizze-pazze da legar!”

Questi versi, scanzonati e goliardici, rispecchiano i cliché del tempo. Nei teatri, infatti, operette e avanspettacolo riproducevano i luoghi comuni della donna leggera e spensierata e dell’uomo che, affascinato e condizionato dalla bellezza del gentil sesso, si faceva facilmente raggirare.