Cultura

L’albergo volterrano che non piace ai cittadini

Nel 1949, gli abitanti del colle criticarono il progetto dell’architetto Michelucci per la costruzione di un hotel in piazza della Dogana

Importante per il rilancio turistico e per l’economia di Volterra, la costruzione del nuovo albergo era un evento fortemente desiderato e atteso con impazienza dai cittadini, ma, nonostante ciò, non fu esente da critiche e da polemiche.

Siamo nel 1949 e il programma del piano urbanistico, presentato dall’architetto Michelucci, prevedeva che l’edificio sorgesse sul terreno dove, prima dell’incendio e della demolizione, si trovava la vecchia caserma. Ipotesi che non piacque a numerosi volterrani che presentarono al progettista della Cassa di Risparmio di Firenze, un’alternativa edilizia. Suggerirono, infatti, di spostare l’hotel al termine del piazzale per lasciare libera la vista del panorama e per sfruttare al meglio gli spazi interni in modo da avere un numero maggiore di camere.

Le modifiche individuate dai non esperti avrebbero anche limitato i costi, aspetto questo che, in un periodo di difficoltà come il secondo dopoguerra, non poteva essere considerato un fattore secondario. Michelucci, famoso per aver progettato la stazione di Santa Maria Novella e le chiese dell’autostrada del Sole e di Longarone, rimase inascoltato. Il pragmatismo postbellico impedì, infatti, la realizzazione dell’opera.