Cultura

Le “ignorantiadi” volterrane

Negli anni ’50-60, un concorso tra fra gli studenti volterrani decretava una classifica delle “efferatezze verbali” più eclatanti dell’anno scolastico

Certamen di latino, olimpiadi di matematica o di italiano. Le competizioni degli alunni non si limitano a gare che coinvolgono soltanto le discipline canoniche. Battute goliardiche, arte dell’improvvisazione, scherzi e “persecuzione” alla Calandrino, Bruno e Buffalmacco che, fin dal Medioevo, fanno parte del repertorio studentesco-universitario, sono state oggetto di “singolar tenzoni”.

Alla fine degli anni Cinquanta inizi Sessanta, nelle scuole volterrane, esistevano, infatti, le “Ignorantiadi. Nome che, in modo diretto, suggerisce la materia del contendere.

Il regolamento prevedeva che, durante l’anno, gli studenti appuntassero su un quaderno le esagerazioni espressive, le violazioni lessicali e le provocazioni verbali pronunciate dai compagni. A giugno, una “severa commissione” valutava, con implacabili votazioni, chi avesse il diritto di salire sul podio. I premiati, combattuti tra imbarazzo e orgoglio, si aggiudicavano, così, una forma moderna e virtuale di tapiro ante litteram o di Oscar per la miglior interpretazione.