Cultura

Le urne volterrane che riavvicinano le religioni

Volute da Giovanni Paolo II e commissionate agli alabastrai del Colle, le opere furono donate a Bartolomeo I di Costantinopoli

Urne in alabastro nella chiesa di San Giorgio a Istanbul

Forma di comunicazione e di bellezza sublime, l’arte da sempre assolve a una funzione che va oltre il fine estetico e ideologico. Frutto delle abilità umane, infatti, contiene in sé elementi sovrannaturali che la rendono unica ed eterna. E proprio questi suoi superpoteri le hanno permesso di realizzare piccoli e grandi “miracoli laici”. Non a caso anche uomini di fede come i pontefici confidano nei suoi prodigi. Tra questi anche papa Giovanni Paolo II che, come segno di riconciliazione, donò due urne in alabastro al patriarca ortodosso Bartolomeo I di Costantinopoli.

Ordinati/commissionati dalla Città del Vaticano, tramite l’Apostolato liturgico di Roma, i reliquiari furono realizzati a Volterra dalla ditta Giglioli e Bessi.

La tradizione secolare e le abilità degli alabastrai, infatti, permise agli artigiani del Colle di riprodurre su pietra i disegni che erano stati effettuati da suor Agar Loche delle pie discepole del divin Maestro.

Le due opere, realizzate in onore dei dottori della chiesa San Giovanni Crisostomo e San Gregorio Nazianzeno, sono oggi conservate nella chiesa di San Giorgio a Istanbul.

L’arte, infatti, azzerando differenze e confini, riesce a unire e superare conflitti apparentemente insanabili e che hanno determinato nel tempo violenza sangue e persecuzione.