Cultura

Lo scultore volterrano che rilanciò l’alabastro

Nato nel 1860 nella città etrusca dove frequentò la scuola d’Arte, Vittorio Pochini è stato un innovatore nella scultura

Opera di Vittorio Pochini

Volterra, nel corso dei secoli, ha dato i natali a numerosi artisti di fama internazionale. Tra questi anche lo scultore Vittorio Pochini, innovatore nella modellatura dell’arte industriale del XIX secolo.

Nato il 7 luglio 1860, visse fino all’adolescenza nella città etrusca dove ebbe inizio quel percorso formativo che lo avrebbe reso una delle figure di maggior rilievo dell’epoca. Frequentò, infatti, la Scuola d’Arte sotto la direzione di Paride Bagnolesi, successivamente, si trasferì a Firenze per perfezionarsi in scultura all’Accademia di Belle Arti.

Al tempo, l’artigianato alabastrino aveva come soggetti principali riproduzioni dell’arte greca, di artisti italiani del ‘500 e del Neoclassicismo. Pochini introdusse nuovi modelli di rappresentazione che contribuirono a rilanciare le opere e ad ampliarne il mercato sia a livello nazionale sia estero. La sua intuizione contribuì, quindi, a modernizzare e a rendere famosa a livello internazionale l’arte volterrana, accrescendo, di conseguenza, la notorietà e il benessere economico della città.

Oltre alle sue opere più conosciute come le lunette in bassorilievo conservate nel Convento Francescano di Piombino, i dodici medaglioni in altorilievo, il busto di Fanfulla da Lodi, le statue di Garibaldi al Valentino di Torino, di Felice Cavallotti a Signa e della Libertà per la Repubblica di S. Marino, la sua produzione è estremamente ricca e varia. Nel suo laboratorio fiorentino, oltre allo studio sulle ceramiche dellarobbiane, sono stati trovati, infatti, bozzetti di figure tradizionali e di soggetti originali che lo attestano come un precursore nel suo tempo. Le sue abilità furono riconosciute e premiate nei numerosi concorsi a cui partecipò con sculture in marmo, alabastro e ceramiche. Tra questi anche l’onorificenza cavalleresca al merito per la quale fu insignito dal Consiglio di Reggenza della Repubblica. Il Maestro volterrano morì a Firenze nel 1908.