Cultura

Mitoraj? No, è il volterrano Consortini

Una delle sculture dell'artista, che si trova all'esterno della casa museo, è stata modificata dagli agenti atmosferici che ne hanno cambiato il senso

Due soldati, sdraiati a terra, avanzano sparando verso il nemico, ma sono corpi privi di arti e volti. E una scultura d’arte figurativa del volterrano Consortini diventa involontariamente un’opera d’avanguardia.
Questa trasformazione, causata dagli agenti atmosferici, è avvenuta nel giardino della casa museo a Volterra, dedicata allo scultore Raffaello Consortini. Qui, l’opera dell’artista volterrano sembra realizzata da Igor Mitoraj, famoso per i suoi bronzi e per le sculture di marmo raffiguranti corpi privi di arti e volti volutamente danneggiati, per ricordare lo scorrere del tempo. Tra l'altro, alcune opere dello scultore polacco morto un anno fa, sono attualmente ospitate all'interno del teatro romano di Volterra.

La volontà di Consortini che ha realizzato la scultura era quella di raccontare, in modo realistico, un momento drammatico della vita dei soldati destinati a vivere e a morire in una zona di ferocia e di sospensione della pietà, ma l’esposizione esterna, complice il tempo trascorso, hanno “corretto” l’intenzione estetica e compositiva dell’artista in direzione avanguardistica: corpi amputati, disgregati, privati della loro armonia.

Il museo, ovvero la casa in Borgo San Giusto 83 a Volterra, in cui ha vissuto e ha lavorato per tutta la vita, al suo interno ospita, secondo le sue disposizioni testamentarie, bronzi, terrecotte, sculture in legno e in pietra raffiguranti animali, uomini e donne del suo borgo colti durante il loro impegno lavorativo e soggetti sacri. L’esposizione permanente, inaugurata nel 2011, è gestita dalla parrocchia di San Giusto ed è visitabile il sabato e la domenica.

Alcune delle opere di Raffaello Consortini (1908-2000) si trovano in luoghi particolarmente significativi della sua città: la raffigurazione di Papa Lino fiancheggiato dai Santi Giusto e Ottaviano sulla facciata della Cappella del Santo Nome di Gesù, affiancata al Duomo in piazza San Giovanni, e le statue della Terra e dell’Acqua collocate sulla fontana nel Viale dei Ponti.

V. L.