Cultura

Ecce Donna e Qui Regna Amore

Sono i titoli delle installazioni dell'artista Campus che, da domani, saranno esposte per sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne

Dal 7 dicembre al 7 gennaio 2019 saranno in mostra a Pomarance le istallazioni dell’artista volterrana Giuseppangela Campus, ispirate al tema degli abusi sulle donne. L’inaugurazione è prevista per domani, venerdì 8 dicembre, alle 16 al Punto Coop. La mostra è curata dall’Associazione Officina Rolandi, da sempre impegnata in iniziative tese a sensibilizzare per il superamento di discriminazioni, pregiudizi e stereotipi sui ruoli e sulle attitudini basati sull'appartenenza di genere.

Due i punti di allestimento e di sviluppo della tematica.

Presso Unicoop Pomarance, in Via Cercignani n. 12, troverà sede “Ecce Donna”, un lavoro composto da 14 tavole come la Via Crucis. Si tratta di un viaggio nell’iconografia delle figure del sacro e della mitologia del trecento, quattrocento, cinquecento e seicento (Giotto, Masaccio, Mantegna, Bernini…), che si sviluppa come percorso nella storia della violenza di genere. Una violenza che si manifesta graficamente, nell’isolamento delle figure a evidenziare il dramma interiore, la solitudine ed il silenzio che tutto avvolge; una traslazione iconologica pensata a sottolineare il carattere universale della crudeltà che persiste nella sua abituale brutalità. Il martello, il fucile, la pistola, la tanica di benzina, la bottiglia di acido, il sasso, il pugno, il coltello, sono oggetti e gesti di offesa, utensili e reperti del crimine, prove di una cronaca infinita della quotidiana “banalità del male”.

In Piazza De Larderel n. 29, sarà in mostra “Qui regna amore”, un’istallazione che svela l’aggressività, il possesso, la violenza nei rapporti uomo/donna. Le case sono riparo, rifugio, amore, “suolo familiare”, decoro, luoghi dove vivere, ma possono essere anche spazi chiusi che isolano e che nascondono molti drammi. Le pareti, i muri impediscono di cogliere le sofferenze, gli amori malati, i finti paradisi familiari, i modelli di felicità artefatta della pubblicità. Una intimità che si nutre della privazione del mondo. La casa/stanza con le pareti di vetro è un gelido contenitore con i segni della sopraffazione, dell’infelicità e vuole rappresentare il vuoto delle relazioni umane, la morte come volontà di dominio, come annientamento dell’altro.

Un percorso che, attraverso il linguaggio dell’arte e delle emozioni, cerca di andare oltre i tabù e i limiti delle parole, per sensibilizzare, per riflettere, per smuovere tramite la sua forza espressiva e diretta, le coscienze e contrastare le aberrazioni della cultura maschilista.

Per la realizzazione delle istallazioni, preziosa la collaborazione di Unicoop Valdicecina Valdera e il patrocinio del Comune di Pomarance.