Cultura

Volterra nel documentario dei Taviani

Nel 1955, i fratelli registi insieme a Orsini girarono un cortometraggio sulle bellezze e sui luoghi di memoria storica della città medievale

Nel 1955, i registi Paolo e Vittorio Taviani e Valentino Orsini girarono il documentario, Volterra, città medievale, sulle bellezze culturali e paesaggistiche dell’antica Volaterrae. Il lavoro faceva parte di un più vasto progetto che consisteva nel raccontare e promuovere, attraverso nove brevi opere cinematografiche, il patrimonio artistico e naturale di località e di borghi italiani. Tra questi fu scelta anche Volterra. Il motivo della decisione può essere ricavato da un articolo uscito, su La voce della Nuova Etruria il 30 luglio 1955, che svelava alcuni dettagli del cortometraggio. Durante l’intervista i registi dichiarano, infatti, di essere stati affascinati da “L’aspetto di comune medievale, rimasto quasi intatto attraverso il tempo. L’immagine della civiltà comunale ci viene restituita dalle strade, le mura, le case torri, i borghi popolari, il Palazzo dei Priori..”. Gli artisti, incalzati dal giornalista, anticiparono alcuni particolari sulla trama e sulle tecniche di inquadratura del futuro documentario. Argomento centrale le lotte di Volterra per la propria indipendenza nei confronti di Firenze e, in particolare, l’episodio sul capitano del popolo Giusto Landini, ucciso a tradimento dai Priori assoggettati ai Fiorentini. Una voce di commento fuori campo avrebbe ricordato la storia di colui che era stato a capo della rivolta, affiancando la macchina da presa che avrebbe ripercorso il suo cammino nelle vie della città fino ad arrivare al palazzo dei Priori dove venne ucciso.

L’opera, infatti, aveva l’obiettivo di riattraversare i luoghi legati alla memoria storica, così come si erano conservati, senza ricorrere a personaggi in costume, ma lasciando parlare la “scenografia naturale” della città.