Cultura

Se alla maestra non piacciono i quaderni

Nel 1949 un’insegnante elementare, non gradendo la copertina dei blocchi degli allievi, suggerì una libreria dove acquistarne di diversi

Strafalcioni grammaticali o calcoli sbagliati, aprire il quaderno e trovare le correzioni della maestra, è stato l’incubo di ogni bambino. Ma che cosa sarebbe accaduto se, oltre alle pagine sbagliate, i temutissimi segni rossi fossero stati presenti già sulla copertina?

È quello che accadde ai bambini volterrani iscritti, durante l’anno scolastico 1949-1950, alle elementari S. Chiara di Borgo San Giusto. Nell’ottobre, infatti, un’insegnante ordinò ai suoi allievi di non comprare i quaderni Coop, ma di acquistarli in una precisa libreria da lei indicata. All’origine del rifiuto potrebbero essere state le immagini relative alle imprese dei partigiani raffigurate sulla copertina dei blocchi inquisiti.

La notizia sollevò la reazione immediata delle madri e dell’intera comunità che vide nell’episodio un retaggio ideologico antidemocratico.

Gli anni dell’immediato dopo guerra erano, infatti, attraversati da una contrapposizione molto radicale. La scuola, soprattutto quella primaria, e la formazione dei docenti ancora risentivano dei caratteri del vecchio regime e questi episodi erano piuttosto frequenti sia sul piano politico sia su quello religioso. Tolleranza e rispetto dell’autonomia dell’individuo nella formazione erano, infatti, ancora molto lontani.