Cultura

Ciò che resta dei templi

Nel corso dei secoli i luoghi di culto etruschi sono andati distrutti, ma grazie al trattato di Vitruvio siamo in grado di risalire alla loro architettura

Tempio etrusco di Orvieto

Non la dimora della divinità, ma un luogo consacrato destinato al culto, al raccoglimento e alle offerte votive. Ecco come gli Etruschi concepivano il tempio. Le attività religiose e i rituali magici erano gestiti dagli aruspici, sacerdoti dediti alle arti divinatorie e in grado di decifrare i segni degli dei.

Ma come erano i luoghi sacri dei Rasenna?

A causa dei materiali deperibili con cui erano costruiti, i templi sono andati distrutti nel corso del tempo. È possibile, però, riscostruirne le caratteristiche grazie ai ritrovamenti archeologici dei loro basamenti in pietra, alle riproduzioni dei modelli votivi e ai contributi dell’architetto romano Vitruvio che le ha descritte nel De Architectura. Così, ricorrendo a un po’ di immaginazione, possiamo, almeno con la fantasia, capire come erano organizzati.

A eccezione delle fondazioni, la struttura era costituita da materiali leggeri: le colonne e il tetto in legno e le pareti in mattoni. Questo comportò, oltre a un facile deperimento, anche uno sviluppo limitato in altezza. Il tempio, che rifletteva la suddivisione della volta celeste, era diviso in due zone: il pronao, nella parte anteriore, composto da otto colonne disposte in due file e, nella parte posteriore, le celle, ovvero aree coperte, ciascuna dedicata a una divinità.

Elemento architettonico imprescindibile era il podio, un basamento in pietra, alto e a forma rettangolare che, probabilmente, aveva la funzione di ospitare un altare o un sacerdote intento nella divinazione. La posizione soprelevata, oltre a renderlo visibile da ogni angolo della città, ne sottolineava l’importanza e lo avvicinava ai regno dei cieli, allontanandolo dai maligni influssi terrestri.

Il frontone, originariamente aperto, consentiva di vedere le strutture del tetto; successivamente, venne sostituito da una versione chiusa, impreziosita da una composizione figurata.

Aspetti originali sono i rivestimenti di terracotta colorata, le cornici e le architravi decorati con figure geometriche e floreali, gli acroteri e le antefisse ornati con immagini sacre, di animali e di spiriti malvagi.

Nei luoghi in cui sorgevano gli antichi templi, sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici che testimoniano come fosse diffusa l’usanza di lasciare offerte e doni alla divinità in segno di devozione e per ottenerne i favori.