Cultura

Come gli Etruschi cercavano l’immortalità

Attenti ai segnali divini e timorosi del volere degli dei, i Rasenna erano convinti che, dopo la morte, esistesse una vita ultraterrena

Elemento comune a numerose civiltà antiche, il contatto con l’aldilà e la speranza dell’esistenza della vita eterna era presente anche nella cultura etrusca. I Rasenna consideravano, infatti, la vita terrena come tappa obbligata e transitoria per accedere al regno celeste. Irto di ostacoli e di prove da superare, il viaggio nell’oltretomba prevedeva rituali precisi e non scontati. Un percorso sotterraneo che, dopo aver varcato la Porta, gli avrebbe permesso di riunirsi con gli dei e di perfezionare la propria anima che, solo così, avrebbe potuto esprimersi in tutta la sua vigorosa e composita forza creativa.

L’esistenza umana non terminava, quindi, con l’arrivo della morte, ma prendeva una forma diversa e perpetua. Dimensione che rappresentava il vero obiettivo da raggiungere come un compito di cui gli esseri umani erano consapevoli fin dalla nascita.