Cultura

Gli Etruschi tra giochi e profezie

Attività ludiche o strumenti di divinazione. Per l'antico popolo oggetti e occupazioni avevano un duplice significato

Momenti di svago o strumenti per predire il futuro? Difficile dare una risposta al significato che alcune attività assumevano presso gli etruschi. Caccia al cinghiale, gioco dei dadi o della trottola racchiudevano una duplice valenza. Attività ludiche e di socializzazione avevano, infatti, anche un valore sacrale e religioso. Se da un lato l’arte venatoria, con l’uccisione dell’ungulato, rappresentava la vittoria sulle forze del male; dall’altro, i due passatempi consentivano di predire il futuro, interpretando il volere divino.

Elementi di uso quotidiano che costituivano forme di divertimento ma erano, contemporaneamente, oggetti magico-rituali di grande rilievo ultraterreno. Questa duplicità corrispondeva a una visione che implicava la capacità di individuare dietro gli elementi del reale una causa trascendente. L’uomo svolgeva, quindi, un ruolo di mediazione tra il mondo fenomenico e quello noumenico