Divenuto simbolo del paesaggio toscano, il cipresso deve agli etruschi la propria presenza in Italia. Proveniente dall’Iran, Afghanistan e Asia minore, fu importato dall’antico popolo che lo coltivò per il suo legno pregiato, per il suo significato religioso e per abbellire il panorama.
Il sempreverde dalla forma conica spiccava, infatti, cromaticamente sui colori più chiari degli alberi da frutto e sull’argenteo degli uliveti, arricchendo le tonalità della natura.
Nel corso dei secoli, la sagoma della conifera si è radicata nell’immaginario collettivo, divenendo un tratto costitutivo e identitario dello scenario del territorio toscano sia nelle zone collinari sia nelle aree costiere.
Se infatti, nelle diverse realtà culturali, il cipresso è legato al mondo funebre, nella regione dei Rasenna è un elemento benaugurale ed esteticamente rappresentativo.