Un delitto commesso dai “guastatori municipali” è il crimine denunciato da un cronista de Il Corazziere. In un articolo pubblicato sull’edizione del 20 febbraio 1943, viene raccontato lo scempio delle piante ornamentali che abbellivano i giardini pubblici del centro di Volterra.
“Alberi bene sviluppati sono ridotti a scheletri miserandi. Enormi le ferite; orribili moncherini al posto dei rami.” I vegetali antropomorfizzati vengono descritti soffermandosi sui dettagli della loro mutilazione. Il giornalista, infatti, sottolinea come l’“efferato reato” abbia danneggiato la collettività, deturpando il panorama e rovinando il salotto buono della città. La sensibilità metaforica del reporter volterrano ricorda l’episodio di Pier delle Vigne di dantesca memoria e sembra anticipare la cultura ambientalista dei nostri tempi.