Cultura

Il trionfo dell’arco

Nonostante il passare dei secoli, l’invenzione etrusca continua a essere centrale nelle strutture ingegneristiche di tutto il mondo

Porta all'Arco a Volterra

Indebitamente attribuita ai Romani, l’arco deve la propria origine agli Etruschi che la utilizzarono principalmente per la costruzione di porte e di ipogei.

Secondo alcuni studiosi, le strutture arcuate erano presenti già presso i Sumeri, ma il loro utilizzo non era regolamentato e definito con la consapevolezza e cognizione dei Rasenna, che, per primi, ne applicarono la tecnica.

La struttura costruttiva consente, infatti, di realizzare opere murarie resistenti e di grandi dimensioni, ma, allo stesso tempo, leggere ed economiche garantendone una dignità e un valore estetico indiscutibili. Elementi individuati e riassunti con “firmitas, utilitas e venustas”, ovvero solidità, utilità e bellezza, dall’architetto romano Vitruvio. Il quale aveva colto gli aspetti rivoluzionari e geniali dell’elemento architettonico.

La portata dell’invenzione non è da considerarsi soltanto limitatamente alla sua attuazione, ma è da valutare anche per le enormi potenzialità, da cui derivarono elementi fondamentali per la progettazione come le cupole e le volte.

Non è un caso che l’opera ingegneristica degli abitanti dell’Etruria conobbe uno sviluppo e una diffusione diacronica e geograficamente universale. Fu, infatti, esportata e riadattata da popoli di culture e religioni diverse. Recuperata e sviluppata in modo sistematico dai Latini, fu acquisita successivamente dal mondo arabo che la rese un elemento essenziale della sua architettura. Si manifestò, in seguito, nelle chiese cristiane con il gotico, per poi approdare al Rinascimento e, infine, al Neoclassicismo dell’Ottocento con l’introduzione di nuovi materiali.

Come la pietra posta al vertice dell’arco, così anche l’eredità etrusca dimostra di essere la chiave di volta della nostra cultura. Quell’elemento portante che, anche se poco visibile, sostiene gli aspetti che si sviluppano attorno a esso. Esempio di come potenza, imponenza e simbolismo possono, nell’invenzione dei Rasenna, convivere con la bellezza è la Porta all’Arco che, rivolta verso la Maremma, sembra comunicare l’invincibilità di Volterra.