Espressione della volontà divina, la natura per gli Etruschi rappresentava la manifestazione dell’universo ultraterreno. Alberi, animali, corsi d’acqua e fulmini erano alcuni dei mezzi che costituivano un collegamento diretto con la dimensione imperscrutabile e misterioso degli dei. Ciò che era ineffabile e invisibile dava prova della propria esistenza palesandosi sotto forma di elementi legati all’ambiente.
La realtà terrena assumeva, così, i caratteri di un corpo vivente e, contemporaneamente, sacro.
Il legame dialettico tra mondo fenomenico e sfera celeste testimonia come il misticismo dei Rasenna fosse radicato nella loro cultura e coinvolgesse, in modo trasversale, i diversi piani temporali. Questi aspetti, infatti, servivano a individuare e cogliere anticipazioni del futuro.