Cultura

La Venere di Botticelli censurata

In un articolo del 11 giugno 1949 uscito su La voce della Nuova Etruria, il giornalista volterrano polemizza con la decisione del ministro Scelba

Nascita di Venere di Botticelli

Dipinti o sculture, anni della controriforma o giorni nostri, motivi religiosi o ragioni ideologiche, la lista dei nudi artistici censurati è estremamente varia e curiosamente ben assortita.

Dal Giudizio universale di Michelangelo al Gazing Ball di Jeff Koons, le opere coperte con drappi e panneggi si sono ripetute nel corso dei secoli.

Anche la Nascita di Venere non sfuggì all’implacabile azione “moralizzatrice”. Nel 1949, infatti, un particolare del capolavoro di Botticelli, utilizzato per un manifesto, venne ritenuto “immorale e offensivo per la decenza pubblica” dalla Questura di Roma. Non sappiamo se il pudico funzionario avesse riconosciuto dal “dettaglio scandaloso” il dipinto del pittore fiorentino, ma sicuramente la nudità della dea deve aver turbato il suo intransigente puritanesimo. In quegli anni gli interventi censori furono numerosi sia sull’arte grafica sia sul cinema neorealista.

La notizia fu ripresa da un giornalista che, intervenendo su La voce della Nuova Etruria, ironizzò sulle decisioni dell’allora ministro Scelba.

La polemica del cronista volterrano rievoca indirettamente il lavoro di Daniele Ricciarelli a cui fu commissionata la copertura dei nudi michelangioleschi della Cappella Sistina.