Accarezzare la testa di un bambino è un gesto spontaneo e naturale che affonda le proprie radici nel passato. Sembra, infatti, che la sua origine sia da attribuirsi agli Etruschi. L’antico popolo, famoso per i suoi misteri e per la sua imperscrutabilità, in realtà, nascondeva anche un lato tenero. Il tocco leggero sulla nuca dei più piccoli, però, oltre a una manifestazione di amore, aveva anche un profondo significato religioso.
Per comprendere il collegamento tra il gesto di affetto e il soprannaturale è necessario, però, fare una premessa.
Le fontanelle che i neonati hanno sulla testa nei primi mesi di vita, simboleggiavano, nella loro cultura, il legame con le divinità. Unione che, con il passare degli anni e la conseguente perdita dell’innocenza, provocava un distacco dal mondo celeste e un avvicinamento a quello terreno. La carezza era, quindi, un atto sacro e, come testimoniato dai ritrovamenti archeologici, estremamente diffusa. Nelle raffigurazioni sepolcrali, infatti, vengono rappresentati adulti con la mano protesa verso i bambini in un atteggiamento amoroso e, contemporaneamente, sacrale.