Cultura

Le origini etrusche di Arlecchino

Celebre per la sua vivacità e il suo abito colorato, la maschera bergamasca della commedia dell’arte potrebbe derivare da Phersu

Agile e scaltro, divertente e con la battuta sempre pronta, la celebre maschera bergamasca è impressa, con il suo vestito colorato, nell’immaginario collettivo. Con i rombi policromi e la maschera nera a coprirgli metà volto, ha conquistato il grande pubblico fino a diventare uno dei principali personaggi della commedia dell’arte.

La spontaneità delle espressioni gergali, spesso ricche di doppi sensi, non lasciano dubbi sulla sua origine lombarda che, però, affonda le proprie radici nell’antichità.

Evidenti i riferimenti ai protagonisti latini dell’Atellana, potrebbe, però, avere discendenze ben più lontane nel tempo.

Numerose sono, infatti, le somiglianze con le rappresentazioni figurative degli Etruschi, in particolare, con Phersu. Travestito con una veste di pezze di stoffa multicolore, l’infernale e, contemporaneamente, buffonesco personaggio era un elemento centrale nella loro iconografia. Raffigurato sulle pareti delle tombe di Tarquinia, mentre danzante e mascherato, svolge attività ludiche e di combattimento, esprime l’ambiguità del suo carattere tra la ferocia istintiva e il farsesco teatrale.