Cultura

Le riviste "immorali" del 1950

Un articolo di quell'anno, pubblicato sul settimanale cattolico L’araldo, fa un elenco delle riviste "da leggere con cautela"

Da sempre la carta stampata è un importante strumento per la formazione di coscienze critiche, motivo che, nel corso dei secoli, l’ha sottoposta a censure e boicottaggi. Così, tra forme velate e indirette e azioni esplicite e manifeste, il controllo sulla produzione letteraria e giornalistica ha condizionato le scelte dei più o meno consapevoli lettori.

Nell’edizione del 12 marzo 1950 del settimanale cattolico L’araldo, un cronista stila una lista delle riviste e dei romanzi “consigliabili, da dare con cautela ed esclusi per tutti”.

La distinzione includeva, poi, una sotto classificazione selezionando quelli “normalmente pessimi”, “normalmente immorali” e “talora immorali”.

I suggerimenti del periodico definivano, così, le letture considerate idonee e appropriate per cittadini. Nel corso degli anni, i pregiudizi e il paternalismo si sono attenuati, rispettando le scelte autonome gli amanti dei testi scritti.