Cultura

L’interpretazione etrusca della terra

Diffusa nella cultura dell’antico popolo, la geomanzia era la scienza che si occupava di analizzare e interpretare l’energia del suolo

Manifestazione dell’universo trascendente, la natura, secondo i Rasenna, era espressione del volere degli dei. Motivo questo che li spingeva a prestare attenzione e ad analizzare ciascun elemento del creato. E così, oltre all’acqua, al fumo e ai fulmini, anche la terra era oggetto di studi e misurazioni che venivano approfonditi e disciplinati nella geomanzia.

Prima di fondare una città, infatti, i geomanti effettuavano un sopralluogo nell’area, dove, dopo stime e rilevamenti, tracciavano due linee perpendicolari in direzione nord e sud, il cardo e il decumano, e posizionavano, nel punto di intersezione, una pietra sacra chiamata “omphalos”. Così, in base alla direzione verso i punti cardinali e alla corrispondenza delle fasi solari, la “geografia spirituale” regolava la sviluppo dei progetti urbanistici. Anche la creazione delle dodici lucumonie, che costituivano la lega su cui si fondava la civiltà etrusca, fu realizzata nel rispetto delle armonie tra mondo terreno e sfera celeste.