Cultura

Voltraio, la meta delle gite fuori porta

Prima dell’avvento delle auto il monte era la destinazione domenicale delle famiglie volterrane e colpì anche Pier Paolo Pasolini

Il Monte Voltraio

Negli anni Cinquanta del Novecento, essendo pochissime sia le auto sia le moto, continuava a vivere fra i volterrani l’abitudine delle gite fuori porta. Le mete preferite, a Pasquetta, 25 Aprile e Primo Maggio, erano di norma il colle di San Martino, dove c’era una pista da ballo, e Monte Voltraio.

Forse, nella scelta di quest’ultima destinazione, può aver influito la speranza, più o meno inconfessata, di trovare la gallina con i dodici pulcini d’oro nascosta in qualche luogo recondito del colle. L’antica leggenda, infatti, veniva tramanda di padre in figlio fino a diventare patrimonio di più generazioni.

Monte Voltraio ha colpito, anche per la sua conformazione naturale, la fantasia di molti scrittori, tra cui anche Pier Paolo Pasolini che, in ,un saggio critico contenuto nel volume Descrizioni di descrizioni, si sofferma sulla centralità che il colle ha nel paesaggio della produzione letteraria cassoliana:

“In questo sogno c’è un monte boscoso (un monte vicino Volterra, che fra l’altro tornerà più volte ossessivamente nel presente libro, e probabilmente in tutta l’opera di Cassola): in questo monte boscoso c’è una lunga «caverna» che arriva fino alla sommità; e ci sono delle «radici sporgenti» di un «grosso albero»: e queste radici sono tutte «amputate».”