Cultura

Quando Velathri fu citata da Strabone

Nel XVII libro della Geografia, lo storico greco descrive il territorio della città etrusca soffermandosi sul mare che circonda il colle

Volterra da sempre esercita un fascino sulla letteratura italiana. D’Annunzio, Cassola e Manfredi sono, infatti, soltanto alcuni degli scrittori che hanno ambientato i loro romanzi nella città. L’interesse per il colle ha, però, origini lontane. A cavallo tra il I secolo a. e d. C., infatti, l’erudito greco Strabone citò, nel XVII libro della Geografia, l’antica Velathri.

Il territorio dei Volterrani è circondato dal mare. Il luogo dove la città è fondata è un colle alto e scosceso tutto all’intorno, che s’innalza nel mezzo di una valle profonda, ed ha la cima piatta su cui è piantato il muro della città. La sua altezza è di quindici stadii, tutta scabra e difficile. Ivi si congregarono alcuni Tirreni ed alcuni dei proscritti da Silla; e compostisi in quattro coorti, dopo avere sostenuto un assedio di due anni, finalmente n’uscirono sotto la fede di un trattato.”

Descrizione che, oltre a evidenziare gli aspetti fisici e naturali del territorio si sofferma sulle caratteristiche poetiche del paesaggio preso in esame. Strabone, infatti, coglie il rapporto tra la lontananza del mare e il movimento armonioso delle colline circostanti, elemento a cui, ancora oggi, è legata l’identità del luogo.