Cultura

Ricordando Mino Trafeli

Un incontro, sabato 9 febbraio, per ripercorrere l’arte, la passione e la fantasia intellettuale dell’artista volterrano

Eclettismo, poliedricità, dimensione metafisica dell’esistenza, attenzione quasi paterna verso la materia e capacità di trasformarla. Sono soltanto alcuni dei tratti che hanno caratterizzato l’arte di Mino Trafeli il cui lavoro, sabato 9 febbraio, è stato attraversato criticamente durante l’iniziativa Ricordando Mino Trafeli attraverso il Grandevetro. All’evento, organizzato dall’associazione culturale Ultima Frontiera e coordinato dal critico letterario Daniele Luti, sono intervenuti Giuseppangela Campus, grafica e pittrice; Ilario Luperini, critico e studioso di arte contemporanea; Eleonora Raspi, assessore alla cultura del Comune di Volterra e Marta Trafeli, figlia dell’artista.

Il critico Daniele Luti ha affrontato il tema del rapporto di Trafeli con Volterra. L’artista, infatti, nonostante la fama internazionale, aveva scelto di rimanere nella sua città di origine per lui fonte di bellezza, di sguardo lontano e scrigno di materiali fondamentali per il suo lavoro.

Lo storico dell’arte Luperini, invece, si è soffermato su alcune importanti intuizioni che hanno reso, nel 1973, Volterra una capitale mondiale dell’arte contemporanea.

Giuseppangela Campus ha ricordato come lo studio del maestro fosse «una finestra sul mondo», un luogo che superava i confini spaziali e i limiti dell’isolamento.

Infine, Marta Trafeli ha ripercorso le tappe dell’impegno civile, della sensibilità nei confronti dei drammi del mondo moderno che hanno fatto di suo padre un maestro per generazioni di studenti e di cittadini.L'incontro, che ha visto una grande e calorosa partecipazione di pubblico, è la testimonianza del profondo affetto e del forte legame tra la città e l'artista. un rapporto di stima e di attenzione che coinvolge tutte le generazioni.
Scultore e pittore di fama internazionale, Trafeli è stato, infatti, un innovatore che ha saputo imporsi al di fuori di ogni corrente del suo tempo con uno sguardo attento non solo all’avanguardia ma anche alla rilettura del passato, coniugando la riflessione dei maestri rinascimentali con le impostazioni delle più avanzate concezioni artistiche. Le sue opere sono “raccontate” da una sperimentazione sincretistica in cui l’utilizzo di diversi materiali si unisce all’applicazione di tecniche legate anche alla musica, al teatro e al cinema.