Attualità

Riorganizzazione Crv, i sindacati non ci stanno

Il piano di riorganizzazione e le strategie aziendali non convincono le organizzazioni: "La Cassa rischia di perdere le proprie radici"

La sede della Cassa di Risparmio di Volterra (foto di repertorio)

Preoccupazione e amarezza. Le organizzazioni sindacali First Cisl, Fisac Cgil e Fabi della Cassa di Risparmio di Volterra analizzano così l'intervento riorganizzativo presentato dai vertici aziendali e che, come visto anche recentemente, potrebbe portare ad alcune chiusure delle filiali sul territorio.

"Denunciamo il grave ritardo e la lentezza con cui sono stati convocati gli incontri in merito, visto che il prossimo è previsto a distanza di oltre 20 giorni dall’ultima riunione del 7 Dicembre, nonché l’inadeguatezza delle informazioni ricevute che, al momento, non consentono una valutazione completa delle ricadute previste sui lavoratori - hanno fatto sapere - nonostante le organizzazioni sindacali abbiano manifestato molti dubbi e sottolineato la necessità di chiarimenti, la Cassa non si è ancora decisa a effettuare i passi necessari a rilanciare la concertazione ed evitare quegli atteggiamenti che rischiano di deteriorare le relazioni industriali in un momento delicato".

"L’azienda ha presentato questo ennesimo intervento organizzativo come necessario e indispensabile per recuperare efficienza e riguadagnare competitività per mezzo di un accorciamento delle linee di comando e uno snellimento dei processi operativi, anche se ha dichiarato che non vi sarà un risparmio di costi nell’immediato - hanno proseguito - nel prendere atto di tali affermazioni, è lecito domandarsi quindi quale possa essere il fine ultimo di questa operazione se non un taglio di personale corposo, ed è questa è la cosa che preoccupa e amareggia maggiormente".

"La creazione di un nuovo ufficio, in cui convoglieranno molte lavorazioni precedentemente svolte in vari uffici di direzione generale, sembra essere l’anticamera di un possibile scorporo di ramo d’azienda verso una società di servizi terza che, per stessa ammissione della delegazione aziendale, è allo studio - hanno specificato - tutto ciò è assolutamente inaccettabile, è di tutta evidenza che il rilancio aziendale non possa passare esclusivamente da una contrazione dei costi ma, piuttosto, da un incremento dei ricavi".

"La chiusura di filiali e agenzie, 6 in totale per adesso, con altre a seguire nel triennio, rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione per la creazione di nuovi esuberi e minor ricavi - hanno concluso - la nostra Cassa rischia di perdere definitivamente le proprie radici, riducendosi a mera rete commerciale, senza più anima né riferimento a quelle piccole comunità che rappresentano la nostra storia".