Cultura

Come sarebbe un libro di Dan Brown su Volterra

La città etrusca offre il materiale necessario per un nuovo romanzo dello scrittore statunitense. Abbiamo provato a immaginarlo

Robert Langdon, il professore harvardiano nato dalla penna di Dan Brown, sembrerebbe possedere tutti i caratteri, tra cui le conoscenze storiche e artistiche approfondite, la raffinata capacità di interpretare i simboli e la curiosità per i misteri, per decidere di trascorrere del tempo proprio a Volterra. La città etrusca, infatti, raccoglie in sé tutti gli elementi per soddisfare il suo gusto per le connessioni, per il passaggio da un enigma all’altro, costituendo, quindi, lo scenario ideale per ambientare una storia che lo veda protagonista.

Immaginiamo che venga a sapere, da una ricercatrice statunitense della Scuola Normale di Pisa, dell’esistenza di un quadro, come potrebbe essere il Cristo in gloria con quattro santi e un donatore di Domenico Ghirlandaio. Ipotizziamo che l’opera custodisca alcuni indizi fondamentali per arrivare a risolvere un enigma legato a un personaggio chiave della storia della fine del Quattrocento. 

Il primo segnale potrebbe coinvolgere la numerologia, infatti, il dipinto è datato 1492, anno simbolo del viaggio di Colombo. Proviamo a pensare, poi, che il paesaggio fluviale insinuato tra le rocce, la città murata in lontananza, le geometrie simmetriche dei personaggi, la piccola e quasi invisibile giraffa al centro della tela e il libro aperto nelle mani di Cristo alle pagine alfa e omega costituiscano le tracce cifrate del messaggio. Il professor Langdon, quindi, si metterebbe subito in viaggio verso l’antica Velathri. 

Il movimento, il colpo di scena, la concitazione, come sappiamo, sono gli ingredienti della narrativa di Brown e, quindi, per completare, non ci resta che pensare a quegli elementi che, nel plot, non potrebbero certo mancare: una fuga sui tetti del centro storico, un’incursione notturna tra le sale di Palazzo Viti, un’acrobazia funambolesca lungo gli scoscesi delle Balze e un agguato nei corridoi sotterranei che caratterizzano la città. Il finale potrebbe, quindi, essere una trionfale accoglienza di Robert Langdon nel palazzo dei congressi per una conferenza sui segni e sui simboli dell’antica città del vento e del macigno.