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Cultura venerdì 04 marzo 2016 ore 12:30

La carica dei cento per il Teatro Romano

Simone Migliorini

Boom di richieste per aderire al laboratorio teatrale città di Volterra. Migliorini: "Manca la struttura, allora si divide in trances"



VOLTERRA — Sono oltre 100 in poco più di una settimana le richieste di ammissione al rinato Laboratorio teatrale città di Volterra fondato da Giorgio Albertazzi e diretto da Simone Migliorini e declinato al realizzare una produzione del Festival Internazionale del Teatro Romano di Volterra EroSalomè da Oscar Wilde.

Per accontentare le richieste sarà tenuto in varie trances, per ovviare all'assenza di struttura: "In 25 anni di attività essere senza una vera e propria sede operativa è molto umiliante" sostiene Migliorini "non solo, fa perdere a noi delle opportunità ma a tutta la città, nonostante Volterra non sia carente di spazi ad hoc", fortuna ha voluto che la collaborazione tra Festival Internazionale del Teatro Romano e Fattoria di Lischeto abbia portato a delle sinergie e a un modo che nel futuro potrebbe essere un'idea per far incrementare anche l'offerta turistica della città".

Giovanni Cannas,manager dell'Azienda Lischeto, ha messo a disposizione dei partecipanti una sala prove immersa nel verde delle colline volterrane. I partecipanti arriveranno un po' da tutta Italia. "Non posso che essere contento delle numerose richieste per un progetto partito un po' per scommessa, non me lo immaginavo neppure, sono tre anni che provo a coinvolgere le strutture della città che sarebbero deputate a questo ruolo, ma senza nessun risultato" prosegue Migliorini.

"Salomé è la rappresentazione moderna dell'archetipo del teatro classico: poesia, erotismo, misticismo e Mito, è un atipico melo-dramma la cui musica è affidata solo al significante della parola al suono e alla grana della voce, alla poesia de testo e dei corpi"

Intanto Segesta chiama Volterra. "Gemelliamoci" è l'invito del sindaco e del direttore artistico del Festival Le Dionisiache al teatro greco di Segesta, Nicasio Anzelmo: "Gemelliamo Segesta con Volterra, i due Festival in due teatri straordinari greco e romano, facciamo sentire la nostra voce millenaria nel nome dell'arte più antica: il teatro".

In questa ottica nascerà anche lo spettacolo di produzione L'Aquila canta Prometeo prodotto in collaborazione tra Città del Teatro di Cascina e Festival Internazionale Teatro Romano Volterra. Scritto da Marialetizia Compatangelo, una delle scrittrici contemporanee tra le più rappresentative nel panorama della drammaturgia al femminile italiana (presidente del Centro Drammaturgia Nazionale) diretto dalla stessa autrice in collaborazione con Migliorini che nè sarà anche l'interprete insieme al musicista David Dainelli che ne curerà le musiche e che sarà rappresentato nelle tre città di riferimento prima della tournée anche invernale.

"Con i partecipanti a questa prima fase del whorkshop, ho ritrovato me stesso, il mio entusiasmo, la mia voglia di fare teatro, quel teatro che si fa, come l'amore, come dice il mio caro immenso maestro Giorgio Albertazzi, ho capito che si può ancora emozionare ed emozionarci, che si può ancora condividere che si può davvero fare una rivoluzione culturale, emozionale, sensoriale. - continua Migliorini. - Che si può ancora amare ed essere amati. Ho pianto di gioia, come da anni non riuscivo più a fare".

"Ho pianto perché abbiamo perduto a Volterra mille occasioni - ribadisce Migliorini sull'onda dell'emozione - ho pianto perché ho pensato a Giorgio Albertazzi e ai nostri Laboratori, avrei voluto fosse li anche lui a incoraggiarmi a correggermi, a suggerirci ancora, ho pianto perché ho pensato ad Alan Rickman e al non poterglielo più raccontare...ho pianto perché il teatro si dissolve come un sogno, le emozioni si dissolvono come un orgasmo, non c'è memoria, documentazione come in altre arti".

"Il teatro - conclude Migliorini - sembra svanire per sempre, forse sedimenta silenziosamente nella proprie vite anche quando sembra non rendercene conto e ho urlato, urlato nella campagna di Lischeto guardando le Balze e i calanchi, ho urlato alla Luna nostra e di Salomè, un grido profondo ancestrale liberatorio di quel Duende, di quella bestia che abbiamo dentro e che per un momento ha ritrovato e riassaporato la sua libertà".


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