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Politica martedì 17 maggio 2016 ore 12:15

Fusione mancata, parlano i sindaci dimissionari

Municipio di Castellina Marittima

In una lettera congiunta, i primi cittadini di Castellina Marittima e Riparbella Federico Lucchesi e Renzo Fantini dicono la loro



CASTELLINA MARITTIMA — Dopo il risultato del referendum consultivo che ha bloccato l'ipotesi di fusione fra i Comuni di Castellina Marittima e Riparbella, i rispettivi sindaci hanno annunciato le loro dimissioni, ricevendo anche le prime critiche da parte di alcune opposizioni.

Ecco, di seguito, la lettera congiunta di Federico Lucchesi e Renzo Fantini in forma integrale:

Le amministrazioni comunali di Castellina Marittima e di Riparbella con la proposta di fusione sono convinte di aver fornito ai loro cittadini un’importante opportunità di valorizzazione e sviluppo del territorio: la possibilità di governare i due comuni tramite una unica amministrazione, con prospettive di lungimiranza, risparmio, efficienza, in alternativa a prospettive insostenibili di sopravvivenza con tasse più alte e meno servizi. Non solo, avremmo anche avuto incentivi da investire: 800.000 euro all’anno per 5 anni e 300.000 euro per i successivi 5 anni, senza pesare per un solo euro sui nostri cittadini.

Pertanto in uno scenario politico che da decenni stenta a fare proposte e scelte lungimiranti, di prospettiva e progressiste, siamo convinti almeno di averci provato, con coraggio e senso di responsabilità.

La nostra proposta di semplificazione, che a tanti colleghi fa paura in quanto riduce concretamente le “poltrone”, è stata quindi posta al vaglio del voto dei cittadini dopo sei mesi di percorso con numerose assemblee pubbliche.

Fin dall’inizio, abbiamo sempre dichiarato di essere sereni, perché a decidere sarebbero stati i cittadini. Così è stato, tramite un grande esercizio di democrazia con il quale i cittadini si sono espressi in modo chiaro.

Vista la grande importanza della nostra proposta, abbiamo sempre auspicato che la gente arrivasse al voto in modo consapevole, senza pregiudizi o antiquate forme folcloristiche di campanile, e ci auguriamo che sia stato così.

Crea un po’ di rammarico la sensazione che siano risultate più credibili ragioni dell’ultima ora, palesemente infondate, che in caso di fusione paventavano: la chiusura della farmacia, della posta e degli uffici comunali nei rispettivi capoluoghi.

Come detto, è stata la gente a scegliere e questo ci dà comunque grande serenità.

Abbiamo quindi preso atto del risultato netto, senza appello, con il quale il no alla fusione si è affermato bocciando in pieno la nostra proposta.

In questi giorni abbiamo pertanto riflettuto, cercando di capire i nostri errori e, oltre a prendere atto del risultato referendario con grande rispetto, abbiamo tratto le nostre conclusioni.

I due sindaci ed i rispettivi consiglieri di maggioranza, appena assolti gli adempimenti impellenti, che altrimenti potrebbero creare problemi all’Unione o a procedimenti come quello della gara di ambito dei rifiuti, procederanno, nel tempo di pochi mesi, a dare le dimissioni e lasciare gli incarichi di amministratori locali. Una scelta che riteniamo obbligata dalla coerenza che ha sempre contraddistinto la nostra politica.

Lasciamo i nostri comuni con bilanci sani, salvaguardati con serietà e senso di responsabilità durante questi anni di gravi difficoltà. In futuro non sarà facile tenere i bilanci in pareggio senza pensare di aumentare le tasse o tagliare i servizi e non avendo più la possibilità di risparmio che si creava con la fusione.

Tutto questo percorso pensiamo abbia sicuramente un merito, aver scosso la popolazione dall’indifferenza e dal generale torpore verso la politica, creando, purtroppo solo negli ultimi giorni, un fermento tra i cittadini, che ora auspichiamo abbiano il coraggio di guidare l’alternativa con proposte credibili.

Concludiamo, ringraziando tutti i cittadini che in questi anni ci hanno concesso l’onore di rappresentarli.


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