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Cultura lunedì 02 aprile 2018 ore 06:30

La Deposizione di Volterra riprodotta a Lari

Foto di: Marcella Bitozzi

Daniele Gonnelli è l'autore della riproduzione della "Deposizione di Volterra", esposta sabato e domenica nella Chiesa della Compagnia



CASCIANA TERME LARI — Daniele Gonnelli, 43enne larigiano, residente a Casciana Alta da qualche anno, di professione restauratore e imbianchino decoratore, ama dipingere e lo fa da quando era bambino. Ha frequentato l’Istituto d’arte di Cascina e l’Accademia delle belle arti per tre anni, col professor Vincenzo Palumbo e il suo genere preferito è la pittura ad olio.

Daniele riproduce quadri di autori famosi, ce ne sono nelle pareti di casa sua, ma anche dipinti e opere astratte molto originali. Appassionato di arte informale materica, ha dipinto in questa direzione osservando principalmente Alberto Burri, ma anche Nicolas De Stael e Afro Basaldella. Negli ultimi anni si è rivolto alla grande tradizione della scuola italiana del '900, guardando nei suoi lavori soprattutto alla poetica di Giorgio Morandi, Felice Casorati, Mario Sironi e Mario Mafai, prediligendo quindi l'armonia di tinte classiche e il silenzio della pennellata.

La sua ultima opera è una riproduzione della “Deposizione di Volterra” del toscano Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto “Rosso Fiorentino”, del 1500, che raffigura la “deposizione di Cristo sulla croce”, detta appunto "deposizione di Volterra" per il luogo dove è collocata normalmente. La riproduzione ha una minore dimensione dell’originale, ma comunque sempre imponente e in tema col periodo della passione.

L'opera è stata esposta sabato sera e la domenica di Pasqua, dalle 10 alle 13, nella Chiesa della Compagnia di Lari, luogo natio dell'autore.

Dice Daniele: “L'evento vuole essere una personale rivisitazione e celebrazione di un'opera estremamente significativa del rinascimento, che a ben vedere si inserisce in un clima di profonda rivalutazione e approfondimento su quella che è stata la pittura del XVI secolo in Toscana. Basti pensare alla recentissima trilogia espositiva dedicata al secolo della 'maniera' curata da Antonio Natali e Carlo Falciani a Palazzo Strozzi a Firenze oppure alla mostra di Rosso fiorentino, 'Rosso vivo' curata da Vittorio Sgarbi e Alberto Bartalini a Volterra nel 2014. Nella 'Deposizione dalla Croce' o 'Deposizione di Volterra' del 1521, Rosso Fiorentino espresse in modo aperto il proprio dissenso dal classicismo rinascimentale, manifestando in quest'opera, fondamentale per la comprensione della imminente svolta manierista, una decisa volontà di autonomia rispetto a un assetto compositivo fondato sulla compostezza, sull'equilibrio e sull'armonia”.

Marcella Bitozzi
© Riproduzione riservata


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