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Attualità giovedì 06 novembre 2014 ore 16:06
Ai Comitati non piace il Piano Sanitario Regionale
Respinti dal consiglio gli emendamenti proposti dal Crest per la tutela della sanità nelle aree marginali tra cui la Val di Cecina
FIRENZE — "Vorremmo accompagnare ai margini, nella Toscana montana o insulare, quei consiglieri che hanno votato il Piano Sanitario e bocciato gli emendamenti presentati che chiedevano la tutela delle aree disagiate della Toscana". Al Comitato Regionale Emergenza Sanitaria Toscana, che riunisce la Rete dei Comitati e dei Movimenti Toscani tra cui l'Associazione difendiamo l’ospedale di Volterra, SOS Volterra ed il Comitato pro ospedale di Cecina, non piace il Piano Socio Sanitario Integrato Regionale 2012-2015, approvato ieri, 5 novembre, dal Consiglio Regionale a maggioranza.
Un consiglio che con 25 voti a favore e 13 contrari ha respinto gli emendamenti proposti dal Crest tramite la consigliera Sgherri. Un piano che secondo i movimenti non tutela il diritto alla salute di chi vive in aree marginali come l'Elba, la lunigiana, la montagna pistoiese, la Val di Cecina.
"Chissà se il presidente Enrico Rossi o l’assessore alla Salute Luigi Marroni, se i membri della Giunta o i consiglieri di maggioranza, chissà se i dirigenti regionali - scrivono i Comitati - hanno mai provato a decentrarsi e a respirare a lungo aria che non sia quella di città; ne dubitiamo fortemente".
"La politica è ormai lontana anni luce dalle persone, dai bisogni dei cittadini - si legge nella nota del Crest - la politica grigia dei numeri e della contabilità sta inghiottendo i colori delle nostre terre e le sta condannando all’abbandono".
Secondo i Comitati "il messaggio che è passato in Consiglio Regionale è che si può NEGOZIARE sui diritti e che non tutti i cittadini sono tutelati allo stesso modo". "Si vuol far credere - aggiungono - che attraverso Patti Territoriali, Case della Salute e Botteghe della Salute si possa compensare il taglio tangibile di assistenza sanitaria.Siamo abituati a percorrere strade tortuose".
Il Crest fa poi degli esempi di casi in cui un paziente può aver bisogno di strutture che si trovano lontano, come "una donna all’ottavo mese di gravidanza con placenta previa, alla quale iniziano inaspettatamente le doglie, che vive a Fivizzano o a Pontremoli a 60 km di tornanti da Massa dove c’è il Punto Nascita". Oppure "un uomo con un attacco cardiaco a Marciana, all’Isola d’Elba, a 45 minuti dall’ormai declassato ospedale di prossimità di Portoferraio".
Tra i casi citati nella nota dei Comitati c'è anche quello di "due genitori che vivono nell’alta Valdicecina, a Pomarance, pieni d’angoscia perchè il loro bambino respira appena, non risponde e nell’ospedale più vicino, quello di Volterra, non c’è il pediatra nei notturni e nei festivi; bisognerà correre fino a Pontedera a 60 chilometri, un’ora di auto".
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