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lunedì 02 dicembre 2024

STORIELBA — il Blog di Alessandro Canestrelli

Alessandro Canestrelli

Nato a Piombino da genitori elbani, con la famiglia si sposta a Portoferraio a tredici anni; compie gli studi superiori e si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia laureandosi con Lode. Insegna all’Elba per quattro anni e passa sotto la Regione Toscana. Nel 1990 si trasferisce all’APT di Pisa per l'Editoria e la Comunicazione, poi alla Provincia di Pisa per la Cultura. Conclude l’esperienza lavorativa nel 2015.

Il principe e il matematico

di Alessandro Canestrelli - martedì 13 settembre 2022 ore 08:00

Al principe di Piombino Baldassarre Boncompagni (1821 – 1896) va il grande merito di aver scoperto e dato alle stampe le opere di Leonardo Fibonacci. Il Boncompagni, socio dell’Accademia Pontificia de’ Nuovi Lincei, infaticabile ricercatore e generoso mecenate, nelle sue intense ricerche scoprì i codici manoscritti di Leonardo presso la Biblioteca Ambrosiana e presso la Regia biblioteca borbonica di Napoli, mentre il suo fondamentale compito storico e il suo straordinario pregio derivano dall’aver stampato, a proprie spese, il testo in lingua originale del Liber Abaci nel 1857. Leonardo Pisano, Fibonacci, lo aveva scritto in prima edizione a Pisa nel 1202, al ritorno dei suoi lunghi viaggi, e negli anni successivi aveva elaborato altre opere fondamentali come il Liber Quadratorum testo per certi versi ancora attuale.

Nella metà dell’Ottocento grazie alle scoperte del nostro principe Ludovisi si comprese che la ricchezza del Liber Abaci costituiva una summa del sapere aritmetico e algebrico, teorico e applicato, che era stato in grado di colmare la cultura del Medioevo occidentale col pensiero scientifico della Grecia classica, dalla cultura matematica indiana e da quella araba e bizantina. Le prime sette botteghe abachiste, fondate a Pisa da Leonardo Pisano, si espansero prima nelle più importanti città toscane, dapprima in Italia e poi in tutta Europa, diffondendo i numeri indo-arabi.

Dopo più di due secoli, intorno alla fine del XV il nome e l’opera di Fibonacci sembravano dimenticati e poche erano le memorie sul grande Pisano. Il primo che riscoprì Fibonacci fu fra’ Luca Pacioli, amico dell’altro grande Leonardo, da Vinci. Il frate toscano fu il primo che riportò alla luce le opere elaborate dalla scuola pisana fondata e continuata dai maestri d’abaco, gli ‘abachisti’ nelle loro famose ‘botteghe’.

Fibonacci giovanissimo aveva raggiunto il padre a Bugia (Al Bejia, nell’attuale Algeria) dove aveva frequentato una vera e propria Accademia del Sapere e della Conoscenza; aveva viaggiato nei più importanti centri di cultura scientifica del Mediterraneo e nella Spagna e la Sicilia e gran parte dell’Oriente, aveva perfettamente compreso l’uso delle cifre indo-arabe e aveva capito che i numeri romani andavano superati a favore delle nove cifre degli indiani e dello Zero posizionale.

Per superare definitivamente i numeri latini, Fibonacci aveva scritto il Liber Abaci, in seconda edizione nel 1226 e aveva fondato le prime sette scuole d’abaco, dove egli insisteva sulla memorizzazione, le operazioni attraverso l’uso delle dita delle mani e aveva comunicato precise informazioni per la notazione scritta e per lo svolgimento delle operazioni per la contabilità semplice e complessa, la cosiddetta ‘Mercantesca’.

Due altri momenti prepararono le ricerche e la fortunata e ‘dispendiosa’ scoperta del Boncompagni.

Il frate Teatino Pietro Cossali aveva anch’egli cercato le opere di Fibonacci ma non fu fortunato come il nostro principe e non aveva le disponibilità del principe di Piombino; il professore di Matematica Sublime all’Università di Bologna Giovambattista Guglielmini spiegò in una grande conferenza l’importanza del Pisano. Egli disse che le ‘Novem figuras Indorum’, come aveva scritto Fibonacci oltre cinquecento anni prima nell’incipit del Liber Abaci, “Con le cifre dall’Uno al Nove e lo Zero posizionale, è possibile formare qualsiasi numero.”

Grazie alle ricerche e alla fortuna del Buoncompagni i documenti trovati furono stampati vi fu un rinnovato interesse sulle opere e sulla figura di Leonardo Pisano, Fibonacci. Furono disvelati i quindici capitoli del Liber Abaci e si comprese quanto grande e originale fosse il suo contributo. Pubblicate dal Boncompagni, le opere di maggiore importanza attestano l’ampiezza delle conoscenze acquisite, la sua capacità di elaborazione, la sua abilità nel trovare idonei procedimenti risolutivi e le sue capacità didattiche, dando la misura della sua originalità e della sua genialità.

Le notizie sono tratte da “Leonardo Pisano, FIBONACCI, 2020

Alessandro Canestrelli

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