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Cronaca mercoledì 21 ottobre 2020 ore 15:30

La banda delle rapine faceva base in Valdicecina

La banda faceva base in una casa nel territorio comunale di Riparbella
La banda faceva base in una casa nel territorio comunale di Riparbella

Operazione dei carabinieri che hanno arrestato sette malviventi che avevano colpito in tutta la penisola, ultimamente partendo da Riparbella



RIPARBELLA — I carabinieri di Firenze hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto d’iniziativa sette appartenenti ad una pericolosa organizzazione criminale che avrebbe fatto furti e rapine in tutta Italia. 

I sette, di età comprese tra i 21 e i 36 anni, tutti di etnia rom e dimoranti nel campo nomadi di Napoli Secondigliano, sono stati fermati in provincia di Pisa, nel Comune di Riparbella dove i avrebbero fatto base per i colpi effettuati in Toscana e nelle regioni vicine.

La banda, come modus operandi aveva quello di scegliere delle case isolate per fare da covo e punto di partenza per le varie azioni criminali.

Nella casa in Valdicecina è stata sequestrata la refurtiva relativa a colpi messi a segno in varie province, da Lucca a Pisa fino a Modena e Mantova. Nelle disponibilità della banda anche due auto di grossa cilindrata, dotate in un lampeggiante blu simile a quello della polizia.

Per i sette è scattata la misura cautelare in carcere. Si trovano nel penitenziario di Livorno.

Il più giovane della banda è accusato anche di una rapina avvenuta a Fiesole a fine gennaio, compiuta insieme ad altri complici non identificati. I malviventi vennero sorpresi dal proprietario, lo minacciarono di morte e spararono dei colpi in aria, prima di fuggire su un'auto di grossa cilindrata e con la sirena. Da lì partirono le indagini che hanno portato ai sette arresti di oggi.

Per essere meno individuabili spesso venivano cambiati i numeri di telefono e le auto venivano verniciate di colori diversi, oltre ad essere intestate a dei prestanome. Ad ogni colpo c'era sempre un palo fuori, pronto ad avvertire i complici in caso di arrivo delle forze dell'ordine.

Gli inquirenti hanno spiegato che i malviventi soggiornavano in un territorio dove poi venivano compiuti più fatti criminosi in un periodo di tempo che poteva durare anche settimane.


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