Ma gli Etruschi sono davvero esistiti?

Nel suo romanzo, Il lavoro culturale, lo scrittore Luciano Bianciardi ipotizzò che l'antico popolo fosse soltanto frutto dell'immaginazione

VOLTERRA — Come sospese in un limbo esistenziale, le notizie sugli Etruschi sembrano essere in bilico tra realtà e finzione. Testimonianze archeologiche e ipotesi interpretative costituiscono il tessuto storiografico dell'antico popolo che, circondato da un'inevitabile atmosfera di mistero, lascia irrisolti numerosi quesiti e curiosità. Al punto da avanzare anche vere e proprie teorie sulla loro effettiva esistenza. Ne è un esempio Luciano Bianciardi che, nel suo romanzo Il lavoro culturale, si interroga sulla loro possibile illusorietà. "Gli etruschi? Ma gli etruschi non sono mai esistiti. Voi vi chiedete da dove sono venuti, se dal continente, o dall'Asia Minore, o dall'America; avanzate anche l'ipotesi che siano sempre stati qui. Ebbene, avete tutti ragione e tutti torto, cioè vi ponete un problema che non ha senso. Avrebbe senso chiedersi da dove sono venuti i piemontesi, o i toscani, o i milanesi? Non esistono popoli che, tutti d'accordo, un bel giorno prendono il mare (dove trovano tante navi, oltre tutto?) e se ne vanno altrove."

Lo scrittore grossetano esprime queste considerazioni per paradosso, per criticare, con il sarcasmo che gli è proprio, gli eruditi locali, i dilettanti, i teorici dell’esoterismo da collane popolari che presentano come scienza le suggestioni che appartengono al fiabesco. La sua provocazione letteraria, però, non metterà mai la parola fine agli interrogativi che da secoli suscitano i Rasenna.

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