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Attualità mercoledì 20 gennaio 2021 ore 16:00

Italian horse protection lascia Tignano

In assenza di risposte sulla causa delle morti, l'associazione ha deciso di lasciare la sede di Volterra. “Aiutateci a trovare la nostra nuova casa”



VOLTERRA — IHP-Italian Horse Protection ha deciso di lasciare l'attuale sede dell'associazione a Tignano (Volterra), dove si trova anche il centro di recupero per equidi maltrattati, e lancia un appello a privati e istituzioni per trovare un luogo idoneo ad ospitarla. L'associazione valuterà ogni ipotesi, dal comodato all'affitto all'acquisto, per i terreni e gli edifici dove trasferirà la propria sede operativa e il Centro di recupero – riconosciuto nel 2009 dal ministero della Salute - dove accoglie animali maltrattati e sottoposti a sequestro dall'Autorità Giudiziaria. Attualmente gli animali ospiti del centro sono 37.

“E' una decisione sofferta – dice il presidente di IHP, Sonny Richichi – e che ci troviamo a prendere in assenza di certezze. Ma proprio la mancanza di risposte sicure sulla causa delle morti che si susseguono ormai da due anni ci ha spinti a tentare il tutto per tutto: non sappiamo se i nostri cavalli siano stati uccisi o se invece il motivo delle morti sia da ricercare in fattori ambientali. Quello che è certo è che la gestione degli animali in questa situazione non è più sostenibile, né per le forze dello staff né per i cavalli stessi che così non godono del pieno benessere al quale hanno diritto: da troppo tempo ormai siamo costretti a confinarli in spazi ristretti, per la paura che gli episodi possano ripetersi. E' altrettanto certo che le morti sono iniziate subito dopo il nostro trasferimento a Tignano: IHP è nata nel 2009 ed episodi simili non si erano mai verificati prima”.

“Per queste ragioni, anche se si tratta soltanto di valutazioni empiriche non supportate da alcun dato scientifico che ad oggi nessuno è stato in grado di fornirci, cerchiamo una nuova casa, nella speranza che spostarsi altrove sia sufficiente per interrompere la catena di decessi. Ovviamente continueremo a chiedere, a pretendere la verità su quello che è successo battendoci in ogni sede – prosegue Richichi -. Ma intanto lasciamo il luogo dove il nostro più grande entusiasmo si è scontrato con un dramma che nessuno poteva neppure lontanamente immaginare: Tignano era la realizzazione di tutti i nostri sogni e si è trasformato in un incubo”.


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