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Attualità lunedì 03 novembre 2014 ore 22:40

Difendere la sanità nelle aree marginali

La rete Crest di comitati e movimenti chiede che sia tutelato il diritto alla salute per chi vive in zone disagiate della Toscana, come la Valicecina



FIRENZE — E' prevista per domani e dopodomani la discussione e l'approvazione del Piano Socio Sanitario Integrato della Regione Toscana 2012-2015. Il Comitato Regionale Emergenza Sanitaria Toscana Rete dei Comitati e dei Movimenti Toscani, di cui fanno parte anche l'Associazione difendiamo l’ospedale di Volterra e SOS Volterra e il Comitato pro ospedale di Cecina, ha inviato una lettera a tutti i consiglieri regionali per invitarli a voltare gli emendamenti proposti dal Crest per la sanità nelle zone disagiate.

La rete di 13 comitati e movimenti che opera "in difesa del diritto alla salute,in modo particolare nelle aree marginali della Toscana" annuncia, infatti, che la consigliera Sgherri presenterà in consiglio regionale gli emendamenti proposti dal Crest, che erano stati ignorati dalla commissione sanità il 9 ottobre. "Emendamenti - spiegano i comitati nella lettera - che vogliono tutelare il diritto naturale alla salute per chi ha scelto di vivere in zone marginali come la Lunigiana, la Garfagnana, la Montagna Pistoiese, il Casentino, l’Isola d’Elba, la Maremma,la Valdicecina, la Valdinievole".

"Stiamo chiedendo il rispetto della catena di emergenza-­‐urgenza, il rispetto dell’ora d’oro nei tempi di intervento e stabilizzazione di un paziente - scrivono i comitati -vogliamo che i soccorsi siano garantiti prima di tutto da ambulanze del 118 con medico a bordo e trasporto assistito e da Pronto Soccorso efficienti in zone disagiate, come già previsto dalla normativa nazionale purtroppo disattesa in molte zone della Toscana".
"Non possiamo affidarci all’elisoccorso perché con il maltempo o di notte il Pegaso non può alzarsi in volo - scrive il presidente del Crest - chiediamo percorsi che garantiscano la sicurezza alle partorienti perché, se per le statistiche i punti nascita con meno di 500 parti l’anno non sono sicuri, non è certamente sicuro chiudere reparti ed abbandonare donne e neonati al rischio di parti di emergenza in ambulanza o al Pronto Soccorso". "Stiamo chiedendo - aggiungono - un’adeguata assistenza pediatrica,anche nei notturni e nei festivi e che le Case della Salute non sostituiscano reparti o servizi ospedalieri e che i posti letto siano equamente distribuiti all’interno di ciascuna provincia".
I Comitati chiedono che gli ospedali di prossimità garantiscano queste prestazioni che ritengono "necessarie e vitali, uguali per ogni territorio" e che "i 'patti territoriali' fra Sindaci, Regione ed AUSL stabiliscano eventualmente modalità di servizi aggiuntivi".

"Crediamo fermamente - prosegue la lettera del Crest ai consiglieri regionali - che sui diritti non si debba negoziare, che non debbano esserci cittadini per i quali l’accesso alle cure e addirittura alla sicurezza di un pronto intervento in caso di urgenza non sia equo". 
La lettera si conclude con un invito ai consiglieri a votare favorevolmente agli emendamenti della rete dei 13 movimenti e comitati. 


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