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Attualità mercoledì 17 giugno 2015 ore 23:05

Schlumberger vuole il petrolio italiano

Immagine da Flickr di Berardo62 (licenza creative commons)

Il gruppo che controlla la Smith di Saline ha presentato 4 richieste di permessi per indagini in mare



VOLTERRA — La questione è quella della indagini per la ricerca del petrolio nel Mare Adriatico, giù fino alla Jonio. Il Ministero dell'Ambiente venerdì scorso ha rilasciato l'autorizzazione per la prospezione delle coste pugliesi alla Petroleum Geo-services Asia Pacific. Permessi che si aggiungono al via libera accordato di recente ad altre società come Enel Longanesi, Northern Petroleum. 

E nella corsa all'oro nero sulle coste orientali della Penisola figura anche la Schlumberger Italia, parte del gruppo multinazionale omonimo che controlla anche la Smith Bits di Saline di Volterra. Il colosso dei servizi petroliferi non aveva mai, prima dei tempi recenti, 'cercato' il petrolio in Italia.

La Schlumberger ha presentato in totale nel nostro Paese infatti, 4 istanze di permessi di prospezioni in mare, come risulta dai documenti ministeriali al 31 maggio.
Tra queste ce n'è una per il Golfo di Taranto, che riguarda anche tutti i municipi della costa occidentale del Salento, da Castrignano del Capo a Porto Cesareo. Risale allo scorso novembre la richiesta della società di poter indagare i fondali del Mar Jonio alla ricerca di petrolio. Allora arrivarono oltre 300 osservazioni da enti locali associazioni e cittadini che si opponevano alle trivelle, durante la procedura di valutazione del permesso. Osservazioni alle quali, però, il braccio italiano del colosso del petrolio ha riposto punto su punto. I Comuni leccesi e tarantini ora hanno 60 giorni per 'replicare' alle argomentazioni difensive di Schlumberger, prima che l'autorizzazione diventi effettiva. Poi dopo le indagini, se il petrolio ci fosse, si passerà alle trivelle.

Sarà dura, a quanto pare, per i Comuni dello Jonio che già avevano presentato le loro osservazioni, rispondere nuovamente alle integrazioni richieste dalla Commissione Tecnica di Verifica dell’impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente che la società ha puntualmente presentato

Ancora più duro sarebbe, per i lavoratori della Smith Bits di Saline di Volterra, digerire se si arrivasse a trivellare in Italia, con scalpelli della stessa multinazionale che ha voluto chiudere il loro stabilimento, dopo averlo comprato. Solo ipotesi, certo. Ma è un dato di fatto che la multinazionale di servizi petroliferi, che ha acquisito lo stabilimento di via Traversa nel 2010, leader mondiale nel settore, stia lavorando per conquistare nuovi mercati e creare nuovi investimenti. Nonostante la crisi petrolifera.

Alessandra Siotto
© Riproduzione riservata


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