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Attualità martedì 22 dicembre 2015 ore 21:20

Alla rems 10 milioni di euro e 80 posti di lavoro

Per gli psichiatrici autori di reato non un manicomio criminale ma un percorso sanitario di riabilitazione nella città che ha da sempre questa vocazione



VOLTERRA — Per realizzare il progetto definitivo della residenza per le misure di sicurezza dei pazienti autori di reato, saranno investiti circa 10 milioni e 300mila euro di fondi ministeriali. La struttura, che sorgerà nel complesso ospedaliero, al posto dell'attuale parcheggio, sarà pronta al massimo entro 3 anni, ospiterà 40 internati e porterà 80 posti di lavoro diretti in ambito sanitario, oltre ad altri indiretti.

Di Rems si è parlato in un incontro pubblico ieri pomeriggio, 21 Dicembre, a Palazzo dei Piori a Volterra: il sindaco Marco Buselli, il vicecommissari della Asl 5 Mauro Maccari e il direttore della struttura Alberto Sbrana hanno illustrato cosa già c'è e cosa nascerà.

IL PROGETTO. “A Volterra è stato possibile realizzare questo progetto che è fallito in 9 altri territori – ha detto Buselli – si inaugura una nuova pagina della psichiatria e Volterra, che ha sempre avuto questa vocazione, ospiterà la Rems di riferimento per Toscana e Umbria”.

Al momento al padiglione Morel c'è una struttura intermedia, sempre per pazienti psichiatrici autori di reato, oltre alla Rems provvisoria con una decina di internati. Un percorso che si è reso necessario con la nuova legge e l'obbligo della chiusura dell'opg di Montelupo.

“Finora sono già stati investiti decine di migliaia di euro – ha detto Buselli - la Rems sorgerà al posto dell'attuale parcheggio che sarà spostato dove ora c'è il padiglione Livi che verrà abbattuto, e a pieno regime Volterra ospiterà 12 pazienti nella residenza intermedia e 40 nella Rems, per un totale di 52 posti letto”.

UNA CULTURA DELLA SALUTE MENTALE. “Volterra ha sempre avuto una tradizione per la psichiatria, una cultura di base che fa parte del patrimonio della popolazione – ha sottolineato Maccari – la città conosce da sempre la salute mentale, anche con i suoi problemi, ed ha un senso etico di quella che è la realtà dei pazienti malati di mente”.

Il vicecommissario ha poi spiegato che la Rems non sarà una copia dell'ex ospedale psichiatrico giudiziario, ma unastruttura dove fare riabilitazione del paziente psichiatrico, ma anche formazione e ricerca”. “Abbiamo preso contatti con i reparti di psichiatria delle Università di Pisa e Siena e psichiatria per confrontarci sul progetto – ha illustrato Maccari - sorgerà un polo di eccellenza; non vogliamo fare della Rems quello che era il vecchio padiglione Ferri all'interno dell'ospedale psichiatrico di Volterra, ma dobbiamo fare un percorso diverso dall'opg, un percorso sanitario con l'obiettivo che le persone siano accolte e curate nella rems, poi messe in altre strutture di accoglienza e per i pazienti che possono mirare all'autonomia e ad un reinserimento nella società”.

IL LAVORO. Il progetto per la realizzazione della nuova residenza partirà a gennaio, ci vorranno almeno due anni e mezzo per concluderlo e sarà concordato con le università, con le forze dell'ordine, con i tecnici e con gli enti interessati.

Nella struttura lavoreranno circa 80 persone fra infermieri, medici, oss, tecnici della riabilitazione, educatori e guardie giurate. L'azienda sanitaria farà dei concorsi pubblici per assumere a tempo indeterminato questo personale, al quale si aggiungono altri posti di lavoro indiretti come ad esempio per il servizio mensa o la lavanderia. “Sarà una struttura con un alto valore professionale perchè sono tante le figure con la laurea ricercate – ha illustrato Maccari - in questo momento per la struttura intermedia e per quella provvisoria avevamo urgenza di partire perchè lo prevedeva la legge e quindi non c'è stato il tempo di fare concorsi, ma è personale qualificato e formato che verrà stabilizzato nel futuro”.

LA SICUREZZA. “Al momento ospitiamo tutti pazienti con una patologia non grave e che potranno uscire tutti entro un anno – ha detto il direttore della struttura Alberto Sbrana – Il grado di pericolosità lo decide il magistrato, ma sulla scorta delle nostre valutazioni; la dimissione si basa su una attenta valutazione per capire se siano scomparsi quei meccanismi che hanno portato la persona malata a delinquere”.

“Non è detto che tutti i pazienti debbano uscire per forza, ma l'obiettivo è quello di capire, con la massima attenzione, se non vi sia pericolo se una persona esce dopo che ha fatto un percorso nelle strutture – ha aggiunto il direttore – il paziente curato e non pericoloso arriva gradualmente alle strutture di accoglienza sul territorio, come centri diurni e case famiglie, anche con gli inserimenti lavorativi, perchè Volterra è la prima parte del percorso di riabilitazione”.

E' stato illustrato durante l'incontro che la sicurezza della struttura attuale, e anche di quella futura, è garantita dal personale interno che è in grado di gestire le eventuali crisi dei pazienti, dalla presenza delle guardie giurate che hanno un filo diretto e la possibilità di contattare, in caso di emergenza, con una sola chiamata tutte le forze dell'ordine in contemporanea. Inoltre, Sbrana ha spiegato che pazienti particolarmente complessi da gestire saranno affidati ad apposite sezioni dei carceri e non inviati alla Rems. “La rems provvisoria è stata realizzata su un modello restrittivo - ha illustrato il direttore - deve garantire la sicurezza dei pazienti, del personale e dei cittadini”.

Alessandra Siotto
© Riproduzione riservata


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