Attualità mercoledì 24 agosto 2016 ore 17:00
Quella chiesa che arresta l’erosione

Secondo una leggenda, quei luoghi densi di fascino ma anche di superstizione che sono le Balze, si fermerebbero proprio di fronte a San Cristoforo
VOLTERRA — I miti nascono da sempre per esorcizzare le paure e chiedere l’aiuto divino contro i pericoli. Le Balze volterrane, nell’immaginario collettivo, rappresentano un luogo di morte e di perdizione. Sono, infatti, legate alla superstizione e alle molte leggende della tradizione della città. Questi racconti sono condizionati anche dai numerosi suicidi, dalle descrizioni d’intonazione infernale come quelle che D’Annunzio inserisce nel suo Forse che si forse che no e dall’erosione costante che, nel corso dei secoli, ha travolto nella voragine mura etrusche, tombe antiche e le colture della vicina Badia Camaldolese.
Proprio per questo, si dice che la diocesi volle edificare una chiesa che avesse il potere di arrestare per sempre il fenomeno geologico e salvare la città. Questo compito salvifico fu affidato alla chiesa di San Cristoforo che si trova tra via Ricciarelli e via Franceschini, quasi fosse posta a difesa della piazza dei Priori e, quindi, del cuore stesso della città.
Quasi a contraddire l’importanza della funzione che il popolo le ha attribuito, l’edificio religioso è estremamente semplice ed essenziale. La sua dimensione architettonica e la sua linearità, infatti, non farebbero mai sospettare un ruolo così importante.
Viola Luti
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