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Cultura lunedì 19 ottobre 2015 ore 13:55
Banderas minatore salvato dalla trivella di Saline
L'attore spagnolo protagonista sul grande schermo della storia dei 33 minatori cileni che furono salvati da una speciale trivella costruita in Toscana
VOLTERRA — Il film, prodotto dalla Warner Bross e con Antonio Banderas nei panni del “Super Mario” Sepulveda uno dei minatori che con i suoi video rassicurava il mondo sulle condizioni di vita degli operai, debutterà negli Stati Uniti il 13 novembre. Si chiama The 33, è firmato da Patricia Riggen e con un cast stellare, dal premio Oscar Juliette Binoche ai vincitori del Golden Globe Gabriel Byrne e James Brolin, si preannuncia come una delle pellicole di maggior successo della prossima stagione.
E ci sarà anche un po' di Saline di Volterra e della storia della geotermia nel film che racconta la storia dei 33 minatori cileni rimasti intrappolati per 69 giorni a 700 metri di profondità nel 2010. Infatti, è stata costruita alla Smith Bits di Saline di Volterra la 'grande punta' che riuscì ad aprire un varco nella roccia per salvare i lavoratori nella miniera di San Josè.
Non solo: i due maxi scalpelli realizzati nello stabilimento di via Traversa che contribuirono all'opera di salvataggio partiti da Saline per raggiungere le Ande, furono impiegati nella cosiddetta 'soluzione c'. Quella coordinata dall'ingegnere pisano Stefano Massei, super esperto in perforazioni che tra Larderello e il resto del mondo ha perfezionato la sua "arte". Massei lavorò, per conto di Enel Green Power, al progetto che prevedeva lo scavo di un pozzo alternativo da adottare in caso di una eventuale emergenza, su richiesta di Enap, l'Ente petrolifero cileno.
La Smith gli fornì super scalpelli da 28 pollici ed era l'unico stabilimento del gruppo Schlumberger ad essere in grado di produrli. Già perchè allora erano i primi di ottobre del 2010 e la Smith, eccellenza che esisteva già da decenni, era stata da poco, nel mese di settembre, inglobata dal colosso franco olandese dei servizi dei servizi oil & gas.
Oggi, a distanza di 5 anni, quella stessa fabbrica, centro di eccellenza per la realizzazione di strumenti per la perforazione, è stata pesantemente ridimensionata dopo il rischio di chiusura: da 193 a 78 dipendenti, niente più turni e 114 lavoratori a casa.
Non resta che aspettare l'uscita del film, in Italia nel 2016, per vedere se e come sarà raccontata questa 'storia nella storia', che comunque riempie di orgoglio l'Alta Val di Cecina che con le sue eccellenze ha contribuito a salvare 33 vite, sotto gli occhi di tutto il mondo.
Alessandra Siotto
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