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giovedì 12 dicembre 2024

PAROLE MILONGUERE — il Blog di Maria Caruso

Maria Caruso

MARIA CARUSO - “Una vita da vivere” è il primo libro che ha scritto dopo aver visto il primo cielo a San Felipe in Venezuela ed aver fatto il primo ocho atràs a Pisa. E' in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga. Su Facebook è Marina de Caro

Le life skills nel tango argentino

di Maria Caruso - domenica 10 aprile 2016 ore 01:09

Le life skills riferite al Tango Argentino sono l’insieme delle capacità acquisite tramite insegnamento o esperienza diretta e sono usate per gestire le problematiche o le situazioni comunemente incontrate dai tangheri. 

Al tanghero servono una serie di abilità psicosociali e interpersonali, se possibile utilizzandole simultaneamente nella pratica, per districarsi in questo nostro mondo così ricco d’insidie. Lo scopo principale pertanto è quello di superare gli ostacoli e la capacità di vivere al meglio delle proprie possibilità tanghere. 

Le principali skills si raggruppano in cognitive (problem solving, decision making, senso critico, creatività), emotive (consapevolezza, gestione dello stress, gestione delle emozioni) e sociali (empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci). Se esercitiamo queste skills, riusciremo ad avere un comportamento versatile e positivo e affronteremo efficacemente le richieste dei nostri partner tangheri e le sfide presentate dall’universo tanghero sviluppando autoefficacia, autostima e fiducia in se stessi. 

Vediamone una alla volta. La prima skill è l’essere consapevole e saper riconoscere il proprio livello di ballo, quanto siamo deboli e quanto forti per esempio nel giro o nelle sacadas; capire come reagiamo a un nostro sbaglio o all’errore della nostra ballerina; capire quanto desideriamo andare avanti nel percorso di studio o cosa ci blocca nel continuare a imparare. Dobbiamo inoltre sapere se il nostro peso è a destra o a sinistra e dove invece è quello del nostro partner. 

Riconoscere l’emozione (altra skill) affinché ci faccia da guida, è fondamentale. Sono principalmente sei: rabbia se qualcosa non ci viene, stupore quando invece riusciamo a fare una sequenza nuova, disgusto se ci troviamo a ballare con un ballerino/a che non ci piace, tristezza quando per un’intera serata non ci hanno invitato (soprattutto le donne), gioia quando riusciamo a fare un giro di tanda con il tanghero/a dei nostri sogni, paura nell’invitare o nel fare la mirada non ritenendoci abbastanza bravi, e infine il disprezzo quando la serata non è andata come speravamo dicendo che l’uva è acerba anziché fare un personale esame di coscienza. 

Il tango è stressante, almeno all’inizio e noi dobbiamo imparare a gestirlo prima che diventi un sequestro emotivo vero e proprio. I modi per far si che l’emozione e il pensiero consultino la corteccia cerebrale prima di passare direttamente all’amigdala (parte del cervello che gestisce le emozioni specialmente la paura) sono di diverso tipo. Contare fino a dieci prima di agire, respirare profondamente (aiuta inoltre a tenere il centro) e concentrarsi sul proprio corpo e su quello dell’altro è utile per superare quei sei secondi richiesti alla corteccia per intervenire cognitivamente e fare delle scelte corrette. 

Essere empatico (caratteristica che pochi hanno poiché se l’avessero gli uomini, ballerebbero anche le donne poco invitate) aiuta a capire i “diversi” quelli cioè che non hanno ancora raggiunto il tuo livello e quindi ad essere empatici miglioreresti la tua reputazione e ti sentiresti più utile nella società tanghera. La comunicazione nel ballare il tango è fondamentale e non riguarda solo quella verbale ma si basa soprattutto sul linguaggio del corpo. 

Saper dire alla donna (senza la necessità usare il linguaggio dei segni dei sordo muti o l’alfabeto morse) cosa desideriamo che lei faccia per noi non è banale ed evita lo sbuffamento di rito: “Questa non sa ballare…”. La donna se riesce a comunicare efficacemente guida il suo ballerino senza proferire parola e riesce a suggerire che tipo di abbraccio gradisce, quale interpretazione musicale e anche la fiducia che ripone in lui. I tangheri interagiscono tra loro con relazioni positive solo se entrambi, capiscono che tutti gli individui sono importanti e, sono fonte di sostegno milonghero. 

Gli organizzatori in particolare devono sapersi relazionare con gli altri in modo da avere sempre milonghes ricche di amici felici di ballare insieme. La capacità di risolvere problemi (altra skills) permette di affrontare i problemi legati al tango in modo costruttivo. Se i problemi sono lasciati irrisolti e non sono superati alla fine ci stressano mentalmente e diventiamo tesi fisicamente mantenendo una postura rigida e inadeguata a danzare correttamente. Prendere buone decisioni è utile in diversi momenti come ad esempio nello scegliere una buona scuola, dei bravi maestri, mirare una ballerina/o piuttosto che un’altra per non doversi pentire poi di averlo fatto valutando consapevolmente le varie opzioni a disposizione e/o valutando le conseguenze di tali azioni. 

Il senso critico infine non significa metter su una sartoria di tango ma analizzare le varie esperienze in maniera obiettiva e valutare i fattori che influenzano i nostri atteggiamenti e comportamenti per migliorarci. Per ultimo ma non meno importante parliamo della creatività che nel nostro caso, come in nessun altro settore, è applicabile. 

Essere creativo nel tango significa agire in modo sinergico rispetto alle competenze acquisite mettendoci in grado di esplorare le alternative di passi e sequenze possibili e ci aiuta a guardare oltre alle nostre esperienze dirette rispondendo in maniera adattiva e flessibile nelle nostre milongas. 

Applicare le life skills dunque può influenzare il modo in cui ci sentiamo rispetto a noi e agli altri e ciò contribuisce ad aumentar la nostra autostima e la nostra autoefficacia promuovendo il nostro benessere mentale. Questo incrementa la nostra motivazione nel continuare a stare in questo mondo fantastico che oltretutto appunto fa bene alla salute.

Maria Caruso

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