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Attualità mercoledì 14 dicembre 2016 ore 12:58

La guerra dei sindaci su Asa

La gestione dell'acqua al centro della polemica

In una nota congiunta i sindaci di nove comuni targati Pd accusano i colleghi di Volterra, Suvereto e Livorno di malagestione



ROSIGNANO M.MO — Una vera e propria accusa, sottoscritta da nove Comuni, che li contrappone ad altri tre. E tutto nel nome di Asa, ovvero il gestore unico del servizio idrico integrato nell’Ato 5 Toscana Costa.

Da una parte ci sono Cecina, Campiglia Marittima, Castagneto Carducci, Sassetta, Collesalvetti, Piombino, Rosignano Marittimo, Santa Luce e San Vincenzo. Dall'altra Volterra, Livorno e Suvereto.

Ad attaccare sono i primi. Lo fanno con un nota congiunta nella quale accusano i tre sindaci (ironicamente ribattezzati "triplice alleanza") di brancolare nel buio circa il futuro di Asa e la gestione del servizio idrico: "Come appare evidente - scrivono nella nota -  i sindaci della triplice alleanza (Nogarin, Buselli e Parodi) non hanno la benché minima idea di come districarsi nella gestione del futuro di Asa, non avendo alcuna proposta operativa in mano, brancolando tra proclami sull’acqua pubblica e trattative di tutt’altra natura fuori microfono".

I nove sindaci definiscono "scellerata" la gestione dei tre colleghi, per aver paralizzato Asa "Privando i territori di infrastrutture essenziali sia nel settore idrico che in quello della depurazione".

"Non siamo stati noi sindaci del Pd ad incontrare riservatamente più volte i vertici di Iren - proseguono nella nota -  non siamo stati noi a votare per primi insieme a Iren la nomina del nuovo presidente di Asa, non siamo noi a ricevere puntualmente da Asa i canoni milionari che Nogarin, proprio in nome della pubblicità dell’azienda, fa gravare sulle tariffe dell’acqua. Non sono i sindaci del Pd ad aver visto definire nel piano industriale immediatamente approvato da Iren la stragrande maggioranza dei futuri investimenti concentrati su Livorno e Volterra".

Il primo fra i bersagli sembra essere Nogarin: i nove sindaci sottolineano che "La trattativa con Iren l’ha iniziata e portata avanti il sindaco di Livorno. La commissione di “conciliazione” sulla proposta di Iren l’ha voluta lui, il presidente del consiglio di gestione immediatamente votato da Iren l’ha indicato lui, l’aumento tariffario previsto anche per il 2017 e 2018 l’ha proposto lui, il pallino della gara gas l’ha in mano il Comune di Livorno: come faranno i cittadini a credere che siano gli altri sindaci a trattare con Iren?"

Il problema, per il gruppo dei nove, è il seguente: "Come giudicare che una oligarchia di soli tre Comuni prevalga con arroganza su altri 20 accusando questi ultimi di voler privatizzare, quando nei fatti sono i Comuni di Livorno, Volterra e Suvereto ad aver reso di loro proprietà l’azienda come dimostrano le nomine fatte, come dimostra il piano degli investimenti, come dimostra il livello dei canoni riscossi".

"Tutto questo - concludono i sindaci - si ripete, in ossequio al referendum sull’acqua, il mantra democratico, in forza del quale la democrazia, almeno in Asa, non esiste più".


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