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Attualità venerdì 24 luglio 2015 ore 17:05

Contro la siccità Pian di Goro sarebbe strategico

L'opera, inserita nel piano dell'Ait, risolverebbe i problemi di siccità dell'alta e bassa Val di Cecina. Intanto interventi all'acquedotto



VAL DI CECINA — Fra le 12 infrastrutture che l'Autorità Idrica Toscana ha indicato nei giorni scorsi nel Piano d'ambito che raccoglie gli interventi strategici per i prossimi 10 anni c'è anche Pian di Goro.

PIAN DI GORO. Un invaso di cui si parla da molto che garantirebbe la sicurezza e la sostenibilità idrica a tutta la valdicecina e su cui convergono i pareri favorevoli dei sindaci del territorio.

Per l'invaso sul fiume Cecina "per uso potabile di Pian di Goro di collegamento e completamento con la dorsale Alta-Bassa Val di Cecina" l'Ait prevede un costo di 93mila euro

"Questa cifra - spiega il sindaco di Pomarance Loris Marignoni - coprirebbe il progetto o poco più, perchè per realizzare l'invaso probabilmente ci vorrebbero milioni, ma ci fa particolarmente contenti il fatto che Pian di Goro sia inserito fra i progetto dell'Ait, anche se le risorse previste ora dall'Ait sono poche, è bene che se ne parli".

"Questa struttura - aggiunge il sindaco - era stata anche inserita dal presidente Rossi tra le opere nel piano di emergenza della siccità ed è unanimemente ritenuta importante; una risorsa per prevenire la siccità in tutta la Valdicecina, soprattutto la Bassa, e il fatto che Pian di Goro sia nel programma dell'Ait e sia ancora ritenuto strategico, non può farci che piacere".

Anche alla luce del fatto che ora l'approvvigionamento idrico di Solvay dal Cecina, secondo le disposizioni regionali, si farà in altro modo e non più con il progetto Idros e l'invaso di Puretta.

L'invaso di Pian di Goro, dunque, che dovrebbe sorgere nel tratto di fiume tra Monteguidi (Si) e Montecastelli Pisano (Pi), non troppo lontano dal ponte sulla Sp 27, avrebbe scopi anche agricoli e industriali: oltre a ridurre il rischio siccità, potrebbe essere impiegato anche per usi nelle coltivazioni.

"Un'opera particolarmente importante - ribadisce Martignoni - che oltrettutto, consistendo in uno sbarramento del fiume sarebbe anche meno invasiva rispetto ad altre".

IL PIANO DI AIT. Ricordiamo che il Piano d'ambito realizzato dall'Autorità idrica toscana è stato redatto il primo luglio scorso, entro 90 giorni dovrà essere approvato dalla Regione e dovrebbe diventare operativo da inizio 2016.

Un piano di durata trentennale, che mette nero su bianco però gli interventi strategici già previsti da completare nei prossimi 10 anni.

Nel complesso si tratta di 12 interventi da 779 milioni di euro, che verranno in parte pagati dagli utenti toscani direttamente in bolletta. Non potendo però aumentare le tariffe a dismisura la Regione sarà costretta a trovare nuove fonti di approvvigionamento: con buona probabilità si tratterà di fondi comunitari.

Il piano d'ambito fotografa anche gli interventi necessari alla manutenzione delle infrastrutture già esistenti in Toscana: 33mila chilometri di acquedotti, 15mila km di fognature e 1200 impianti di depurazione. Serviranno 13 miliardi in 30 anni, ovvero quasi mezzo miliardo l'anno. Al momento le società che si occupano della gestione del servizio idrico sono in grado di investire massimo 80 milioni l'anno in tutto. 

Quindi, da qui all'approvazione definitiva del piano d'ambito, società e sindaci dovranno stabilire le priorità compatibilmente con le risorse a disposizione.

L'ACQUA POTABILE DOVE NON C'ERA. Intanto, sempre per quanto riguarda l'approvvigionamento idrico, Martignoni spiega che a Pomarance è iniziato il primo lotto dei lavori all'acquedotto da Puretta a San Dalmazio

"Sono stati affidati ad Asa per 400mila euro - illustra il sindaco - il primo lotto in costruzione porterà l'acqua potabile anche alla Rocca Sillana e a tutte quelle case, agriturismi che sono lungo quel tracciato e che non hanno mai avuto finora l'acqua potabile".


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