Interviste giovedì 12 marzo 2015 ore 09:00
"Ho firmato l'abito di Simona Ventura"
Il giovane stilista si chiama Stefano De Lellis, 29 anni, pomarancino. Ha realizzato l'abito che Super Simo ha indossato al galà benefico del Milan
POMARANCE — Stavolta
non sono stati i 'soliti noti' della moda italiana Dolce
e Gabbana a vestire la loro amica Simona
Ventura, ma uno stilista emergente che viene da Pomarance
e che ha frequentato l'istituto d'arte di Volterra,
prima di laurearsi a Firenze.
La
notizia appare sulla mia bacheca facebook: "Simona Ventura in
Stefano De Lellis". Lo contatto subito: "Stefano, ma è
vero? Complimenti! Ce l'hai fatta". Lui ride e come succede tra
amici che si conoscono dai tempi della scuola, tra ricordi
dell'occupazione alle superiori e battute sui personaggi del paese,
si presta alle mie domande.
Stefano
De Lellis
ha 29 anni, è nato a Volterra ed ha vissuto a Pomarance, dove torna spesso dalla sua famiglia, fino a quando, dopo le superiori,
si è trasferito a Firenze, città dove ora vive, per frequentare il
corso in Cultura e progettazione della
Moda presso
la Facoltà di Lettere e Filosofia.
La sua passione
per l'abbigliamento e gli accessori è nata fin da ragazzo e con dedizione e talento, ancora giovanissimo, è riuscito a
ritagliarsi un posto nel settore. Fino a vestire Simona Ventura in
occasione della annuale cena
di beneficenza della Fondazione Milan che
si è svolta il 10
marzo
al museo La Permanente di Milano. Ospite della serata, in cui sono
stati illustrati i progetti della Fondazione benefica legata alla
squadra
di calcio della famiglia Berlusconi,
tra i numerosi vip, c'era anche Super Simo. Le sue foto, nel lungo
abito firmato De Lellis, hanno fato il giro del web.
Stefano,
una bella soddisfazione per te! Come è nata questa cosa?
"Una
grande soddisfazione davvero! Uno stylist con cui collaboro da tempo,
uno dei primi a interessarsi alle mie creazioni, mi ha contattato e
mi ha parlato del progetto. Ovviamente ho accettato! Simona Ventura
è un nome di cui quelli della nostra generazione hanno sempre
sentito parlare. E stavolta era associata ad una squadra di calcio,
che in famiglia è quella del cuore: il Milan. Ho fatto bingo!"
Ci
descrivi l'abito che hai realizzato per Simona?
"E'
un abito a portafoglio in tulle con trama lurex; in vita è chiuso da
una cinta in pelle ricamata con applicazioni di cristalli e
metallerie in ottone".
L'hai
mai incontrata?
(Ride)
“Ci siamo incontrati per prendere le misure e fare una prova
dell'abito: è esplosiva come sul palco e in tv!"
Dai!
Aggiungi qualche dettaglio su Super Simo!
“Non
ci sono stati chissà quali episodi da raccontare... L'ho conosciuta
mentre stava scattando la copertina di 'Io donna' (settimanale
femminile del Corriere della Sera ndr).
Abbiamo
parlato del più e del meno e mi diceva che è contenta quando vede
giovani talentuosi affermarsi”.
Proprio
come sta succedendo a te: parlaci un po' del tuo percorso.
“Direi
che mi sto ancora formando: il percorso di studi è finito, ma quello
di crescita è appena iniziato. Utilissima ancora oggi è
l'esperienza all'istituto d'arte di Volterra. Così come gli anni
passati in ufficio stile da Enrico
Coveri,
un ambiente ricco di professionisti che mi hanno cresciuto negli anni dell'università.
Durante
gli studi ho iniziato a disegnare per alcune aziende fiorentine; poi
ho creato il mio marchio, Stefano De Lellis. Per i miei accessori
sono stato selezionato tra i designer emergenti della Collezione
Autunno/Inverno 2011-12 di Luisa
Via Roma (importante rivenditore online di moda che propone
le collezioni di fashion designer quali Balmain,
Chloé, Dior, Dsquared, Dolce & Gabbana, Givenchy, Lanvin, Rick
Owens, Roberto Cavalli, Saint Laurent ndr).
Hai
già da qualche anno un marchio tutto tuo, che ha anche un sito web.
Tutto in inglese: mi spieghi perchè questa scelta?
(Ride)
“Niente di particolare: così tutti possono accedere
alle informazioni. Poi per adesso ho più clienti all'estero che in
Italia:
dall'Asia agli Stati Uniti, ma anche a Londra, Mosca, Dubai e
Casablanca”.
Quali
sono i tuoi nuovi progetti per il futuro?
“Continuare
quello che sto facendo, integrare la linea di abbigliamento con una
linea di gioielli. E inizio a pensare anche ad una linea maschile”.
Quindi
ormai è un vero e proprio lavoro?
“E'
stata dura e la strada è ancora lunga, ma sì! Adesso la moda è diventata il mio lavoro”.
Tu
sei uno di quelli che ce l'ha fatta, anche senza le 'conoscenze
giuste': partito da una piccola realtà sei approdato all'alta moda. Ma com'è arrivare da un paese di provincia e confrontarsi con
un mondo così lontano da Pomarance e Volterra?
“Arrivare
da una piccola realtà è un limite e allo stesso tempo anche un
vantaggio. Se da un lato non conosci granché dei meccanismi interni
di questo mondo, dall'altro non sei minimamente preoccupato per tutto
quello che dovrai affrontare, proprio perché non lo conosci. L'incoscienza
di ritrovarsi di fronte a certe situazioni senza aver calcolato
niente, talvolta aiuta!
Senza
fare nomi, devo ringraziare tante persone perché quelle che mi hanno
aiutato all'inizio del mio percorso, sono importanti tanto quanto
quelle che mi stanno supportando adesso. Vorrei ringraziare
davvero tutti quelli che credono in me e nel mio lavoro quanto ci
credo io”.
Come
ultima domanda, c'è un consiglio che vuoi dare ai giovani, anche se
tu lo sei, che vogliono affrontare sfide in mondi apparentemente irraggiungibili?
“L'unico
consiglio che mi sento di dare, che secondo me è l'unico vero, è
questo: quando si vuol fare qualcosa di intimo, di personale, che
viene da dentro, bisogna fare fare e fare. Senza aver paura di
niente, perché se è libera espressione di quello che si sente, il
rischio di sbagliare non esiste”.
Grazie
Stefano per la pazienza: la moda non è decisamente il mio campo, ma il tuo!
“Grazie
a te! Mi sono divertito! Ci si vede a Pomarance”.
(le immagini allegate di Simona Ventura sono di acmilan.com e tratte dal profilo facebook della Fondazione Milan)
Alessandra Siotto
© Riproduzione riservata
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