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Cultura lunedì 23 gennaio 2017 ore 10:30

I volterrani che combatterono con gli studenti

La battaglia di Curtatone e Montanara

Durante la battaglia di Curtatone e Montanara, quattro ragazzi dell’antica città morirono durante le lotte per l'indipendenza italiana



VOLTERRA — Si chiamavano Angiolo Calastri, Ottorino Giannelli, Ottaviano Raspi e Jacopo Ghelardoni i quattro ragazzi volterrani che, il 29 maggio 1848, combatterono e caddero durante la battaglia di Curtatone e Montanara. Protagonisti dello scontro, giovani universitari di Pisa e di Siena che, guidati dai loro professori, lottarono contro gli austriaci assieme a un corpo di volontari napoletani. Privi di preparazione, di tecniche e di strumenti bellici adeguati, erano in netta inferiorità numerica rispetto agli avversari, preponderanti sia per forze in campo sia per armamenti. Ma, nonostante le difficoltà oggettive, il gruppo di ardimentosi, motivati da ideali indipendentistici, trattenne le truppe avversarie per una giornata intera, impedendo loro di accerchiare le forze piemontesi a Goito e vanificando così la strategia del generale Josef Radetzky.

La battaglia, esempio di guerra popolare, riuscì a piegare l’imperialismo austroungarico e fu centrale nella storia del Risorgimento. Nacquero in questo contesto il senso di appartenenza a un’identità nazionale non ancora formata e la necessità di impegnarsi in prima persona per il proprio riscatto e per costruire un nuovo paese fondato sulla libertà e sul decoro. Elementi fondamentali che costituirono le premesse per l’indipendenza e l’unificazione italiana. Il bilancio dello scontro fu, però, estremamente pesante. La battaglia, infatti, provocò 168 vittime, 500 feriti e 1200 prigionieri.

I quattro ragazzi, nati tra il 1816 e il 1824, volontari del Corpo di spedizione toscano, sono la testimonianza di come i cittadini volterrani abbiano, nel corso della storia, contribuito alla formazione e alla difesa dello stato nazionale

Viola Luti
© Riproduzione riservata


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