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Lavoro domenica 01 giugno 2014 ore 17:50

L’importanza della geotermia, delle biomasse e del sole per il riscaldamento ed il raffreddamento

EGEC, ESTIF ed AEBIOM hanno pubblicato un documento sull'importanza dell’uso della geotermia, delle biomasse e del sole per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti per i paesi dell’Unione Europea



La sicurezza energetica è stata al centro di un convegno organizzato dalla Commissione europea il 21 maggio scorso, che ha visto la partecipazione del Presidente della Commissione, José Manuel Barroso e del commissario per l'Energia, Günther Oettinger. In quella sede sono stati evidenziati gli alti costi delle importazioni di energia (ben oltre 1 miliardo di Euro al giorno) e la forte dipendenza da pochi fornitori (in particolare la Russia per il 42 % di tutto il gas naturale consumato).
Le energie rinnovabili, come la geotermia, le biomasse e il sole utilizzate per il riscaldamento e il raffreddamento sono ritenute essenziali per ridurre la dipendenza energetica e per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione dell’economia europea.

Temi che sono stati affrontati nella position paper pubblicata il 20 maggio da EGEC, ESTIF ed AEBIOM, che rappresentano le principali associazioni europee rispettivamente per la geotermia, il solare e le biomasse. Nel documento si delineano anche le possibili soluzioni per evitare sia gli alti costi, sia la dipendenza per l’approvvigionamento energetico, almeno nel comparto del riscaldamento e raffrescamento degli edifici, dove il ricorso alle fonti rinnovabili affiancato da misure di efficienza potrebbero coprire praticamente il 100 % della domanda nei prossimi decenni, senza bisogno di sfruttare il “rischioso shale gas o il sempre più costoso nucleare”.
“Le crescenti incertezze che derivano dalla crisi in Ucraina – si legge nel documento - dimostrano ancora una volta tutti i limiti della dipendenza energetica in Europa: secondo Eurostat, circa un terzo delle importazioni di petrolio greggio dell’UE (34,5 %) e di gas naturale (31,5 %) nel 2010 provenivano dalla Russia". "La dipendenza energetica dell'UE ha contribuito non solo a indebolire l’influenza geopolitica sulla scena internazionale, ma ha anche favorito la drammatica caduta del PIL, dovendo spendere 545 miliardi di Euro (il 42% del PIL) per l'importazione di combustibili fossili nel solo 2012".
“La sicurezza dell'approvvigionamento energetico – sostengono le tre associazioni - è stato il driver principale della politica energetica dell'UE nella metà degli anni 90 che ha portato all’interesse verso le energie rinnovabili; tale preoccupazione è ulteriormente aumentata negli ultimi anni quando la produzione interna di gas negli Stati membri dell'Unione Europea è diminuita del 25% mentre nello stesso periodo è aumentato del 10% il consumo globale dell'UE con un conseguente incremento del tasso di dipendenza per il gas naturale salito dal 47,1 % del 2001 al 65,8% nel 2012".
"Dato che una parte molto significativa di questo carburante importato è utilizzata per il riscaldamento sia per gli edifici (41%) che per i processi industriali, e solo in misura minore nelle centrali elettriche (25 %), risulta evidente che il ricorso all’uso delle energie rinnovabili in questi settori, combinate con misure di efficienza energetica, sono una soluzione rapida, pratica e versatile per alleviare la dipendenza dai combustibili fossili”.
“Tuttavia - scrivono EGEC, ESTIF ed AEBIOM - la proposta della Commissione per la strategia energetica al 2030, che definisce un unico obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 40%, implicherebbe soltanto un aumento dell’utilizzo delle fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e raffreddamento dal 21% nel 2020 a circa il 25 % nel 2030".
"Obiettivi dunque che andrebbero urgentemente rivisti - si legge ancora - per non perdere un’occasione importante per aumentare la sicurezza energetica dell’Unione Europea, dal momento che le tecnologie disponibili per l’utilizzo delle fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e raffreddamento possono già sostituire il gas, permettendo nel breve periodo di alleviare la crisi attuale e nel lungo periodo prevenire che si ripetano simili emergenze”.
Fonte: Geotermia News - Cosvig


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