Lavoro giovedì 18 marzo 2021 ore 07:00
Export pisano, nel 2020 un crollo del 14 per cento
Ha pesato la pandemia ma anche la Brexit. Netta flessione per cuoio e calzature, male meccanica e mobili. Bene due-tre ruote, farmaceutica e vetro
PISA — Secondo i dati Istat sull’export 2020 diffusi dalla Camera di Commercio di Pisa, la pandemia colpisce in modo violento la provincia di Pisa con una flessione del 14 per cento per lo più imputabile al “grande lockdown” che riporta la provincia, in termini di valore, ai livelli del 2012. Da segnalare, inoltre, che il dato pisano è nettamente peggiore sia alla media nazionale sia alla media toscana. Nel 2020, il valore dei prodotti esportati dalla provincia di Pisa scende a quasi 2,7 miliardi di euro a causa della caduta registrata dal pelli-cuoio-calzature, dai mobili ma anche dalla meccanica. Per contro, crescono le vendite all’estero di cicli-motocicli, di prodotti farmaceutici e di vetro.
Considerando i paesi di destinazione delle merci pisane, tutti i principali partner commerciali arretrano con alcune eccezioni come Germania, Paesi Bassi, Belgio e Corea del Sud. La caduta dell’export pisano nel 2020 è assimilabile, come intensità, a quella registrata durante la “grande recessione” del 2009 (-17,4%): anno, anche quello, caratterizzato da una pesante flessione del sistema moda. Considerando i paesi a perdere terreno sono le vendite dirette nel Regno Unito che, nel 2020, calano di oltre un terzo per effetto, oltre che del Covid, degli ostacoli burocratici e amministrativi legati alla fase transitoria della Brexit.
"I dati Istat sulle esportazioni italiane del 2020, espresse in termini monetari - hanno sottolineato dalla Camera di Commercio di Pisa -, confermano la pesante battuta d’arresto provocata dalla pandemia sul commercio estero (-9,7% per l'Italia) con pesanti battute d’arresto per la moda, la meccanica e la produzione di carburanti mentre crescono le vendite all’estero di prodotti agroalimentari e farmaceutici. La Toscana (-6,2%) mette a segno un dato leggermente migliore rispetto alla media nazionale grazie alla vendita di metalli della provincia di Arezzo (verosimilmente oro, diretto in Svizzera), ma anche dei contributi notevoli della farmaceutica, soprattutto senese".
“Come ci aspettavamo - ha commentato il commissario straordinario della Camera di Commercio di Pisa, Valter Tamburini -, la pandemia ha inflitto ferite profonde al sistema produttivo pisano ed ha riportato la lancetta dell’orologio delle esportazioni indietro di otto anni. Tuttavia gli effetti del covid hanno colpito in modo asimmetrico i settori penalizzando il sistema moda, la meccanica ed il vino mentre altri, nonostante le innegabili difficoltà incontrate, hanno saputo mettere a segno una crescita. Consapevoli delle criticità che il ripresentarsi ciclicamente della pandemia provoca al sistema produttivo provinciale, la Camera di Commercio continua ad impegnarsi per sostenere le aziende attraverso specifiche iniziative legate alla internazionalizzazione non solo con un’intensa attività formativa ma anche grazie al sostegno per la partecipazione a iniziative promozionali di livello. Importante anche il nostro servizio di primo check-up attivabile a richiesta e pensato per le PMI che vogliono lanciarsi sui mercati esteri in una fase dove, nonostante tutto, emergono anche alcune opportunità che solo chi è preparato riesce a sfruttare".
Allargando l’orizzonte di analisi a livello internazionale, gli effetti della pandemia sul commercio mondiale non sono stati simmetrici. Se è vero che secondo i dati del CPB nel 2020 le esportazioni mondiali, espresse in termini reali e quindi di quantità, hanno segnato a livello globale una flessione del 5,1% rispetto all’anno precedente è altrettanto vero che i paesi occidentali hanno pagato il prezzo più elevato con punte del -10,6% negli Usa e del -8,7% nell’area Euro mentre la Cina è cresciuta addirittura del +2,6%.
Gli effetti della pandemia sulle esportazioni pisane risultano particolarmente pesanti nella filiera della moda a causa degli shock determinati dal diffondersi e del ripresentarsi della pandemia. I dati Istat sull’export pisano evidenziano come il cuoio, già in flessione da un biennio, arretri di un ulteriore 30,9% spiegando ben -6,41 punti sui -14,04 della caduta complessiva dell’export. Il cuoio del distretto perde terreno in tutti i principali mercati di sbocco come Francia (-42,8%), Spagna (-41,8%), Hong Kong (-37,6%) e Cina (-46,4%) mentre cresce, seppur di poco, in Corea del Sud (+3%).
La situazione risulta pesante anche per le calzature che nel 2020 perdono addiritturail -38,3% (contributo negativo per -2,22) a causa delle flessioni registrate in quasi tutti i paesi di riferimento come Stati Uniti (-39,5%), Svizzera (-67,6%), Germania (-43,1%), Francia (-30,3%) e Regno Unito (-59,1%). Uniche eccezioni di rilievo, Corea del Sud (+51%) e Hong Kong (+7%). Meno negativa, ma pur sempre in flessione, l’evoluzione dell’abbigliamento(-7,9%).
Oltre che per il brusco ridimensionamento della moda, il 2020 è caratterizzato dalla caduta dell’export di prodotti della meccanica (-11,6% rispetto al 2019 pari ad un contributo all’export complessivo di -2,25 punti percentuali) che ha subito in modo severo l'interruzione delle catene globali del valore a seguito del “grande lockdown”. Flessioni consistenti si sono avute nel Regno Unito, Spagna, Ungheria ed Egitto mentre una forte crescita si è registrata in Tanzania. Scendendo nei sotto-settori meccanici i dati evidenziano una situazione frastagliata con le macchine di impiego generale (motori e turbine, apparecchiature fluidodinamiche, pompe, compressori, valvole, ecc.,-15,1%) e altre macchine per impieghi speciali(macchine specifiche per l’industria, -7,8%), che mettono a segno una decisa contrazione. Aumentano, ma non abbastanza per risollevare le sorti del comparto, le vendite all’estero di macchine per l’agricoltura (+17,1%), di macchine per la formatura dei metalli (+4%) e le altre macchine per impieghi generali (forni, macchine per il sollevamento, utensili portatili a motore, refrigeratori non domestici, ecc., +0,3%).
Anno negativo, sempre a causa della frenata dell’industria mondiale, anche per la chimica, con pesanti flessioni sia dei prodotti chimici di base (-14%) che degli altri prodotti chimici (-9,8%).
Tra i settori tradizionali destinati al consumo finale calano, per il secondo anno consecutivo, le esportazioni di mobili (-16,5%) a causa della caduta delle vendite verso Russia (-28,9%), Cina (-31,9%), Kuwait (-92,2%), Emirati Arabi Uniti (-40,1%) e Stati Uniti (-18,9%).
Gli effetti della pandemia si ripercuotono sull’export di bevande pisane (prevalentemente vino) che arretra, nel 2020, del -13,1%. La crisi della ristorazione internazionale indotta dalla pandemia mette in difficoltà soprattutto i piccoli produttori a causa della loro maggiore esposizione sul canale HORECA rispetto alle grandi cantine che, invece, sono più presenti nella grande distribuzione. Flessioni consistenti si sono registrate nelle vendite di vino dirette negli Stati Uniti (-14,9%), Giappone (-55%), Cina (-39,1%) e Francia (-46,2%). Per contro, invece, cresce l’export di vino diretto nei paesi scandinavi. Tra i primi 15 settori risultano in flessione anche gli utensili (-10,5%, per lo più strumenti di perforazione) e gli strumenti e apparecchi di misurazione (-0,3%): anche questi interessati dalla caduta della produzione manifatturiera globale.
Nel corso del 2020 la mobilità individuale non solo è stata considerata la più sicura in ottica pandemica ma anche la spesa per acquistare un motociclo è stata ritenuta più gestibile in una situazione di precarietà economica. Se la pandemia ha quindi messo letteralmente in ginocchio buona parte dell’export pisano, i cicli e motocicli sono stati tra i pochi comparti che hanno fatto un passo avanti nel corso del 2020 (+1,3%) confermando, tra l’altro, il buon risultato del 2019. Tale variazione tuttavia, non è stata sufficiente ad invertire la tendenza delle esportazioni provinciali e, a causa del vero e proprio tonfo della pelle, ha portato il settore ad occupare prima posizione a livello provinciale. A far crescere le vendite all’estero di motocicli hanno contribuito molti paesi, su tutti Germania (+15,3%), Paesi Bassi (+25%), Austria (+16,9%), Francia (+3,6%), Vietnam (+55,7%) e Cina (+45,1%).
Buona parte dei paesi asiatici segnano un brusco calo dell’export: Cina (-15%) e Hong Kong (-24,4%), Vietnam (-15%), Giappone (-23,5%). Unica eccezione la Corea del Sud che cresce del 6,4% grazie a chimica, meccanica ma anche la moda.
In Europa la situazione è invece più variegata. Nel corso del 2020 la Francia, con un -15,1%, lascia alla Germania la prima posizione nella classifica dei paesi di destinazione delle merci pisane. A perdere terreno, in Francia, sono i tradizionali settori della moda: cuoio, calzature e abbigliamento ma anche la meccanica, mentre crescono le vendite oltralpe di cicli-motocicli. La Germania, con quasi 430milioni di euro di controvalore in un anno (+3,1%), si conferma primo paese di destinazione delle esportazioni pisane. A crescere in Germania sono soprattutto i mezzi di trasporto, la farmaceutica e la meccanica. Battuta d’arresto per le vendite dirette in Spagna (-27%) dove arretrano cuoio, meccanica generale, cicli-motocicli e chimica di base. Il paese che però segna la flessione più consistente, a causa della pandemia ma anche delle maggiori difficoltà burocratiche legate alla fase transitoria della Brexit, è il Regno Unito con un -34,5%. In Europa perdono terreno anche Austria (-0,7%), Svizzera (-15,4%), Portogallo (-22,8%), Polonia (-15,4%), Grecia (-2,4%) e Romania (-29,3%). Passo in avanti, invece, per i Paesi Bassi (+6,4%, grazie a cicli, motocicli e meccanica) e Belgio (+1,3%).
Pesante flessione anche per le vendite negli Stati Uniti (-17,7%) anche in questo caso a causa della delle calzature, cui si aggiunge quella delle bevande e degli utensili per la perforazione del suolo.
Nel 2020 la pandemia spinge anche la farmaceutica pisana che con un +8,6% fornisce una spinta di 0,29 punti percentuali alle esportazioni complessive grazie agli ottimi risultati conseguiti in Spagna (+33%), Austria (+3,6%), Emirati Arabi Uniti (+125%), Iraq (+123,7%) e Regno Unito (+35,5%).
Anche le esportazioni pisane di prodotti in vetro, grazie alle misure di sostegno europee (ma non solo) che puntano ad una maggiore efficienza energetico-ambientale, contribuiscono alla crescita del settore nel corso del 2020 (+4,2%). Si tratta di una crescita avvenuta grazie ai buoni risultati segnati in Francia, Croazia, Cina, Egitto e Polonia.
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