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Attualità lunedì 20 gennaio 2020 ore 15:53

Le straordinarie doti dell'olio pomarancino

L'associazione Terre Calde di Toscana insieme al CNR di Sesto Fiorentino e con l'aiuto dell'università di Parma ha svolto una ricerca



POMARANCE — Terre Calde di Toscana, in collaborazione con il CNR-IBE di Sesto Fiorentino, la sponsorizzazione del Comune di Pomarance e della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, ha portato avanti uno studio su vecchi olivi autoctoni resistenti alle gelate storiche dopo il 1956. Piante spesso lasciate incolte e soggette all’estinzione.

Questo, oltre che per individuare genotipi resistenti alle gelate tardive, anche per capire come mai l’olio Pomarancino, prodotto particolarmente ricco di Polifenoli e vitamina E, oggi non abbia più la richiesta del passato.

"Viene considerato nutraceutico - spiega Terre Calde di Toscana citando studi specifici - l’olio che a seguito di analisi specifica, ha in natura le stesse proprietà di un farmaco e “i polifenoli dell’olio d’oliva possono combattere lo stress ossidativo” e “la vitamina E è riconosciuta proteggere le cellule del corpo umano dal danno ossidativo”. Inoltre, “la sostituzione nella dieta di grassi saturi con grassi monoinsaturi e polinsaturi contenuti nell’olio d’oliva può aiutare a mantenere i normali livelli di colesterolo LDL nel sangue”.

In due anni di censimento sono stati studiati undici olivi che sono stati caratterizzati dal CNR nelle loro peculiarità morfologiche e in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e del Farmaco dell’Università di Parma si è confrontato il Germoplasma (in pratica il DNA della pianta) con le più comuni cultivar.

Il risultato è stato sorprendente: 6 di 11 piante sono completamente particolari, di cui 2 presentano caratteristiche morfologiche e genetiche particolarmente eccezionali da consigliarne l’implementazione tramite piantagioni specifiche. Le rimanenti 5 piante anche se presentano morfologia più vicina ad alcune cultivar comuni (Leccino, Frantoio, Moraiolo e Maurino), presentano diversità genetica. "Questo dimostra che le piante antiche, si sono adattate al nostro ambiente collinare, ai suoli metalliferi presenti, alla possibilità di gelate tardive, tanto da risultare più resistenti, più rustiche e a donare a chi le coltiva con metodo naturali un prodotto nutraceutico dal valore inestimabile", spiega ancora lo studio.

"Speriamo che questa ricerca porti gli agricoltori del territorio a valorizzare le loro colture con queste varietà autoctone e che l’olio prodotto venga di nuovo richiesto nelle migliori farmacie", spiega Terre Calde.

"Abbiamo fatto una convenzione con un vivaio per moltiplicare le piante antiche, inoltre è stata fatta domanda alla Regione Toscana per far entrare queste cultivar, a cui abbiamo dato il nome della località dove sono ubicate, nel patrimonio genetico regionale". 


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