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Cultura giovedì 01 dicembre 2016 ore 13:30

Se Dan Brown avesse scelto Volterra

Una vista di Volterra

Analogie e atmosfere del best-seller Inferno sembrano rievocare la città etrusca. Il nesso è nel prologo, con la presenza di una misteriosa ombra



VOLTERRA — Sul fatto che Inferno, il successo editoriale di Dan Brown da cui è stato tratto anche un film, sia ambientato a Firenze, non ci sono dubbi. Ma, proprio come ci insegna lo scrittore statunitense, non bisogna mai soffermarsi alla realtà apparente dei fatti. Spesso, infatti, situazioni considerate certe potrebbero nascondere doppi significati.

Le sue opere, non a caso, si fondano su enigmi e messaggi cifrati, su verità che scorrono parallele all’autenticità storica. L’autore, infatti, non cerca soluzioni nel passato, ma lo fa rivivere, rendendo attuale e presente ciò che appartiene a un’altra dimensione temporale.

E' interessante provare ad affiancare al dato oggettivo e inequivocabile relativo all’ambientazione, un’ipotesi narrativa alternativa. Immaginiamo che il luogo in cui si sviluppa la storia non sia più il capoluogo toscano, ma Volterra. La scelta non è casuale. Il nesso che unisce la città a Inferno è presente nel prologo. L’incipit del romanzo, infatti, introduce una presenza misteriosa chiamata Ombra che, per sottrarsi a oscuri inseguitori, fugge nelle vie di Firenze.

“Io sono l’Ombra.

Attraverso la città dolente, io fuggo.

Attraverso l’eterno dolore, io prendo il volo.”

Il richiamo alla statuetta di bronzo dell’Ombra della Sera diventa, quindi, immediato e la storia potrebbe snodarsi attraverso vicoli e strade della città etrusca. Ed ecco che i luoghi narrati potrebbero così essere sostituiti:

L’ospedale di Firenze lascerebbe il posto al Santa Chiara di Volterra; Porta Romana a Porta Fiorentina; l’Istituto statale d’arte di Firenze al Liceo artistico Carducci; il Giardino di Boboli al Parco Fiumi; il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio alla Sala Consiliare di Palazzo dei Priori; la Grotta del Buontalenti a Torre Toscano; il Corridoio vasariano ai corridoi sotterranei nascosti nel sottosuolo della città; il Museo dell’Opera del Duomo alla Pinacoteca in via Sarti; il Museo casa di Dante a Palazzo Viti; la Chiesa di Beatrice al santuario mariano di San Sebastiano; infine, il Battistero di San Giovanni con la Porta del Paradiso all’omonimo Battistero che si trova di fronte al Duomo. Sostituzioni che, non solo lascerebbero inalterata la suspense, ma anzi l’arricchirebbero, essendo i luoghi dell’antica Velathri profondamente radicati nella storia, quasi nella sua genesi più preziosa. 

Viola Luti
© Riproduzione riservata


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