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Cronaca lunedì 11 agosto 2014 ore 11:12

Solidarietà per la morte di Ferati

Le associazioni di Saline hanno aperto una raccolta fondi, mente i Cobas chiedono che "sia fatta piena luce sulle cause della morte di questo operaio e che la intera comunità si interroghi"



VOLTERRA — "Le nostre condoglianze alla famiglia del lavoratore, ma allo stesso tempo l'invito alle amministrazioni locali di approvare un atto con cui almeno un familiare delle morti bianche possa essere assunto dagli enti pubblici o negli appalti degli stessi: non basta farsi carico delle spese funerarie quando ci sono familiari che devono mangiare". Questo l'intervento della Confederazione Cobas di Pisa e Provincia, sportello sicurezza nei luoghi di lavoro, in merito alla morte di Dzevdet Ferati, avvenuta giovedì 7 agosto mentre stava lavorando nella ex Salina di Stato a Saline di Volterra.

Del caso si sta occupando la Procura di Pisa e sul registro degli indagati, come prevede la procedura d'ufficio, sono stati iscritti il titolare della ditta esterna per cui Ferati lavorava, la Saitta Marcello, e i responsabili della Locatelli s.r.l., proprietaria dello stabilimento dell'ex saline all'interno del quale è avvenuto il decesso.

Solidarietà alla famiglia dai cittadini di Saline e dalle associazioni: la Misericordia di Saline, insieme alla Pro Loco e della parrocchia, ha aperta una raccolta fondi per sostenere la famiglia dell’operaio. Le offerte potranno essere portate direttamente alla sede della Misericordia, oppure tramite il conto corrente postale numero 23160492 intestato alla Confraternita di Misericordia di Saline e tramite bonifico bancario sul conto corrente della Misericordia di Saline (IBAN: IT54C0637071223000010002787) oppure sul conto della Pro loco di Saline (IBAN:IT41N0637071223000010002940), specificando la causale “sostegno famiglia Ferati”.

Nei prossimi giorni tutte le associazioni del paese, fanno sapere dalla Misericordia, si riuniranno per pensare ad un’iniziativa in memoria di Dzevdet, con l’intento anche di raccogliere ulteriori risorse per aiutare la famiglia.

La comunità di Saline, dunque, non vuole lasciare soli la moglie ed i due figli di Ferati, mentre il sindacato dei Cobas chiede che "sia fatta piena luce sulle cause della morte di questo operaio e che la intera comunità si interroghi su queste morti".
"Colpisce - scrive il sindacato - una dichiarazione del vecchio datore di lavoro per cui se Dzevdet Ferati non fosse stato dedito al lavoro e alla famiglia non sarebbe stato a lungo alle sue dipendenze; questo ricorda episodi analoghi in Provincia di Pisa con migranti morti sul lavoro dopo turni massacranti e la assai probabile violazione delle normative in materia di sicurezza".
"L'immigrato buono per certi padroni, magari democratici - tuonano i Cobas - è quello che non sciopera, non chiede dispositivi di protezione individuale, disponibile a non rivendicare diritti, ma a rispettare solo i doveri anche se questi non vengono previsti dal contratto nazionale e dalle leggi sul lavoro, doveri decisi dai padroni". "Sovente capita anche in provincia di Pisa - aggiungono - di vedere lavoratori e lavoratrici italiani disinteressarsi al lavoro dei loro colleghi migranti, lavoro che spesso è più massacrante e sottoposto a un doppio ricatto: se perdi il lavoro perdi permesso di soggiorno, se perdi il lavoro non hai gli stessi diritti dei disoccupati locali e men che mai una rete di solidarietà familiare".
"Ci è capitato di incontrare un lavoratore africano emarginato dalla sua stessa comunità per avere denunciato il datore di lavoro per il mancato pagamento dei contributi previdenziali - scrive il sindacato - in compenso il padrone ha minacciato di chiudere i battenti della azienda e tutti i lavoratori , italiani e non, hanno isolato chi aveva richiesto diritti per tutti".
Secondo la Confederazione Cobas provinciale "negli appalti e nelle aziende sta passando ormai un ricatto: accettare ogni forma di impiego anche se pericoloso per la salute e la sicurezza non solo degli operai, ma della popolazione che abita nelle vicinanze e chi non accetta questo ricatto viene emarginato ed escluso dalla comunità". 


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